Morta Monica Vitti, musa di Antonioni e icona del cinema italiano

L'attrice aveva 90 anni e da tempo era lontana dalle scene. Interprete di grandi film al fianco di Sordi, Tognazzi, Manfredi, Gassman

Roma, 2 febbraio 2022 - E' morta l'attrice Monica Vitti, aveva 90 anni. Da tempo malata, aveva abbandonato definitivamente le scene nel 2001 dopo una lunga carriera cinematografica. A dare l'annuncio è stato Walter Veltroni via Twitter: "Roberto Russo, il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c'è più. Lo faccio con grande dolre, affetto, rimpianto". Musa dell'icomunicabilità per Michelangelo Antonioni, è stata anche una grande interprete della commedia italiana accanto a Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, ma soprattutto Alberto Sordi (indimenticabili come coppia in 'Amore mio aiutami'). La camera ardente sarà allestita venerdì 4 febbraio in Campidoglio, dalle 10 alle 18. 

La malattia e quell'autobiografia involontaria per fermare i ricordi - di CHIARA DI CLEMENTE

La sua ultima apparizione pubblica risaliva a 19 anni fa (alla prima di 'Notre Dame de Paris'), ma già negli anni precedenti le sue partecipazioni a eventi ufficiali si erano rarefatte a causa della malattia (Alzheimer, su cui però il marito ha sempre mantentuo grande riserbo tutelandola). Proprio in occasione del suo 90° compleanno, alla Festa del cinema di Roma, era stato presentato il documentario 'Vitt d'arte, Vitti d'amore', che ripercorreva la vita e la carriera di questa antidiva per eccellenza dalla voce roca e gli occhi magnetici, spiritosa, drammatica, con una verve innata. 

Commosso il ricordo sia del mondo dello spettacolo e della politica. "Oggi è una giornata davvero triste, scompare una grande artista e una grande italiana", dice il ministro della cultura, Dario Franceschini, che la definisce "la regina del cinema italiano". Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime "profondo cordoglio" per "un'attrice di grande ironia e di straordinario talento, che ha conquistato generazioni di italiani con il suo spirito, la sua bravura, la sua bellezza. Ha dato lustro al cinema italiano nel mondo. Al marito Roberto Russo e a tutti i suoi cari, le condoglianze del governo" si legge in una nota diramata da Palazzo Chigi. 

"Un'attrice immensa, completa, dalla personalità forte e incisiva. La ricorderò sempre per esser stata la prima attrice ad incoraggiarmi e ad applaudirmi in una visione privata a casa di Sergio Leone di Bianco Rosso e Verdone. Le giovani attrici dovranno studiare bene le sue interpretazioni, ne saranno illuminate", commenta a caldo Carlo Verdone. "Una donna eccezionale", dice Pippo Baudo, che la ricorda ai tempi di 'Canzonissima'. "Sono dispiaciuta, molto addolorata, Vitti era una grande attrice - ha commentato Sophia Loren - L'ultima volta che l'ho vista? Troppo tempo fa, era al funerale di Mastroianni".

Monica Vitti con il marito Roberto Russo (Ansa)

Una lunga carriera

Monica Vitti (all'anagrafe Maria Luisa Ceciarelli) era nata a Roma il 3 novembre del 1931. Nel 1953 si diploma all'Accademia nazionale d'arte drammatica. Dopo qualche ruolo di secondo piano in alcune pellicole comiche, venne notata dal regista Michelangelo Antonioni, con il quale intreccia una relazione artistica e sentimentale, che ne fa la sua musa e la protagonista nella sua celeberrima tetralogia cosiddetta dell'incomunicabilità. Diventa così la tormentata Claudia in 'L'avventura' (1960), la tentatrice Valentina di 'La notte' (1961), la misteriosa e scontenta Vittoria di 'L'eclisse' (1962) e la nevrotica Giuliana in 'Deserto rosso' (1964).

E' invece Mario Monicelli, su proposta del produttore Fausto Saraceni, a metterne in risalto la sorprendente verve di attrice comica, dirigendola nella commedia 'La ragazza con la pistola' (1968), dove Vitti interpreta il ruolo di Assunta Patanè, una ragazza siciliana che insegue fino in Scozia l'uomo che l'ha "disonorata" (Carlo Giuffré) con l'intento di vendicarsi. Vitti confermerà il suo talento brillante, tra gli altri, in 'Dramma della gelosia' (tutti i particolari in cronaca) (1970) di Ettore Scola, 'Gli ordini sono ordini' (1972) di Franco Giraldi e 'La Tosca' (1973) di Luigi Magni.

Durante gli anni settanta, è protagonista di numerose pellicole del filone della commedia all'italiana. L'esperienza accanto ad Alberto Sordi nei film con lui interpretati per la regia di quest'ultimo sarà quella che l'avvicinerà maggiormente al grande pubblico. Nel frattempo, anche all'estero molti registi di prestigio la vogliono sul set. Oltre a Miklós Jancsó, recita per Jean Valère in 'La donna scarlatta' (1969), Luis Buñuel in 'Il fantasma della libertà '(1974) e André Cayatte in 'Ragione di stato' (1978).

Nel 1974 inoltre si esibisce con Raffaella Carrà e Mina nel varietà televisivo Milleluci, cantando con loro 'Bellezze al bagno' e inscenando una simpatica coreografia balneare, con citazioni anche dal suo film di successo 'Ninì Tirabusciò', la donna che inventò la mossa (1970) di Marcello Fondato. Nel 1978 recita sempre per la televisione nella commedia Il cilindro di Eduardo De Filippo. Nel 1979, con la commedia 'Un amore perfetto o quasi' di Michael Ritchie, recitò nel suo ultimo film di produzione straniera.

Negli anni ottanta torna a lavorare con Michelangelo Antonioni in 'Il mistero di Oberwald' (1980) e Alberto Sordi in 'Io so che tu sai che io so' (1982). Nel 1981 affianca Vittorio Gassman in 'Camera d'albergo' di Mario Monicelli. Nel 1983, con la pellicola 'Flirt' di e con l'esordiente Roberto Russo, ricevette l'Orso d'argento come miglior attrice al Festival di Berlino del 1984. La collaborazione con Russo, che diventerà poi suo marito, continuò con 'Francesca è mia' (1986), di cui curò la sceneggiatura. In quel periodo recita a teatro in 'La strana coppia' (1987) e 'Prima pagina' (1988). Nel 1995 ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia, premio che si aggiunge ai cinque David di Donatello, ai tre Nastri d'Argento, ai dodici Globi d'Oro, a un Ciak d'Oro.