Dimissioni Draghi: ora per ora la giornata della crisi di governo

Fiducia del Senato al Dl Aiuti, ma senza il M5s. Il premier da Mattarella per un'ora. Poi il Consiglio dei ministri per annunciare le dimissioni, respinte dal capo dello Stato

Roma, 14 luglio 2022 - Mario Draghi si dimette da presidente del Consiglio. La decisione arriva dopo il voto di fiducia sul dl Aiuti al Senato, approvato con 172 sì (39 no, 1 astenuto) ma senza l'appoggio del M5s. Tutti i senatori del Movimento hanno infatti lasciato l'Aula. Nei giorni scorsi Draghi aveva spiegato che per lui il governo non poteva andare avanti senza i pentastellati, così, dopo la votazione, il premier si è diretto al Quirinale per un colloquio con il presidente Sergio Mattarella. Quindi ha preso parte al Consiglio dei ministri durante il quale ha annunciato la sua intenzione di lasciare (qui il comunicato ufficiale) prima di ritornare al Colle per rassegnare le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica. Il capo dello Stato, però, non le ha accettate rinviando la decisione al Parlamento. Pertanto, mercoledì prossimo, Draghi si presenterà alle Camere, i partiti hanno davanti 5 giorni di riflessione e dibattito interno, poi nelle due Aule di Montecitorio e Palazzo Madama si tireranno le somme.

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In mattinata era fallito anche l'ultimo tentantivo di evitare la frattura con i 5 Stelle e la crisi di governo. Ci ha provato in extremis il ministro pentastellato dei Rapporti per il Parlamento, Federico d'Incà, che ai capigruppo parlamentari riuniti oggi prima dell'esame al Senato del dl Aiuti ha proposto di evitare la fiducia sul decreto, votando invece articolo per articolo. Draghi ha però bloccato subito la mossa, definendo la fiducia l'"unica via percorribile" (qui sotto le ultime notizie in diretta). E la fiducia è stata posta. I Cinque Stelle sono usciti dall'Aula aprendo ufficialmente la crisi dell'esecutivo, perché non partecipare al voto equivaleva a votare contro la fiducia.

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La giornata politica ora per ora

La giornata istituzionale è iniziata con l'esame del decreto Aiuti al Senato, poco prima delle 10. Al termine della discussione, il governo ha posto la questione di fiducia. Quindi si è passati direttamente alle dichiarazioni di voto sulla fiducia. Poco dopo le 14.30 è iniziata la fase di voto con la chiama per appello nominale. 

Ore 21.50 - "L'esito di mercoledì non è assolutamente scontato, si faccia un atto di maturità ma da domani, non da mercoledì: si dica che c'è la volontà di sostenere il governo Draghi", dice il ministro Luigi di Maio, leader di Ipf, al Tg1 puntando il dito contro quello che definisce "il partito di Conte".  "Le elezioni anticipate non sono un problema per i partiti, nessuno si sottrae, ma ci mandano in esercizio provvisorio e non ci danno strumenti per affrontare la fase emergenziale", aggiunge.

Ore 19.55 - Mattarella non ha accolto le dimissioni di Draghi e ha invitato il presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento perché effettui una valutazione della situazione che si è determinata.

Ore 19.48 - Giuseppe Conte convoca il Consiglio nazionale del M5s.

Ore 19.15 - Mario Draghi è salito al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica.

Ore 19.13 - Il Pd: "Ora solo al lavoro perché mercoledì alle Camere si ricrei la maggioranza e il Governo Draghi possa ripartire. Il Paese piomba in una crisi gravissima che non può permettersi". 

Ore 19.08 - "Non accettiamo scherzi. Questa legislatura per Fratelli d'Italia è finita", ha detto la leader di FdI, Giorgia Meloni, commentando la notizia.

Ore 18.50 - Draghi si dimette. "Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia - ha spiegato il premier ai suoi ministri -. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più".

Ore 18.38 - Iniziato il Consiglio dei ministri.

Ore 18 - La crisi politica manda al tappeto la Borsa di Milano anche in termine di capitalizzazione. Il Ftse Mib chiude con un -3,44% e vede andare in fumo 17 miliardi in termini di valore azionario. 

Ore 17.45 - "La linea è quella che seguiamo dal non voto in cdm, e poi alla Camera o oggi al Senato, dove abbiamo scelto il non voto nel merito di un provvedimento. Invece c'è tutta la nostra disponibilità a dare la fiducia al governo" in una eventuale verifica "a meno che Draghi non dica che vuole smantellare il reddito cittadinanza o demolire pezzo per pezzo ogni nostra singola misura, dal decreto dignità al cashback", spiega la capogruppo pentastellata al Senato Maria Domenica Castellone, intervenuta su La7

Ore 16.49 - "Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall'inizio con una votazione" e i con i "pilastri della della transizione ecologica e della giustizia sociale - ha detto Giuseppe Conte uscendo da casa sua -. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c'entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri. L'introduzione" di quella pagina "è stata la riunione del Cdm in cui i nostri ministri non hanno partecipato al voto". Conte insiste: "Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all'inizio. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti".

Ore 16.10 - Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo poco meno di un'ora ha lasciato il Quirinale dove ha avuto un colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Draghi è tornato a palazzo Chigi.

Ore 16.04 - Renzi: "Se fossi in Draghi farei una cesura seria e farei un Draghi bis, alle sue condizioni, come vuole lui: con gli stessi ministri, con un rimpasto, politico, tecnico, a sorteggio, decida lui. E farei un forte discorso al Paese. 'Porto a termine il Pnrr, faccio la legge di bilancio e questa e' la nostra collocazione europea, chi ci sta?'".

Ore 15.36 - Fonti di governo confermano che è stato annullato il Consiglio dei ministri che era previsto oggi per le 15.30. 

Ore 15.31 - Mario Draghi è giunto al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

Ore 15.18 - L'Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul dl aiuti. Su 212 partecipanti al voto i sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. I 61 senatori M5s non hanno partecipato al voto risultando assenti alla prima e alla seconda chiama. 

Ore 15.12 -  Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato palazzo Chigi mentre in Senato è in corso la seconda chiama sul voto di fiducia al dl Aiuti. 

Ore 15.11 - É iniziata la seconda chiama. Al termine della prima chiama i senatori M5s non hanno risposto, risultando assenti. 

Ore 14.56 - Mentre è in corso la prima chiama, i senatori M5s non stanno partecipando al voto: tra questi anche il ministro Stefano Patuanelli. Anche la vicepresidente del Senato Paola Taverna risulta assente. Invece la senatrice Cinzia Leone lascia M5s per Insieme per il Futuro e ha votato la fiducia.

Ore 14.38 - E' iniziata al Senato la chiama per il voto di fiducia sul dl Aiuti.

Ore 14. 20 - "In questi 18 mesi, l'unico obiettivo di alcune forze politiche è stato quello di smantellare ogni nostra misura". Maria Domenica Castellone, senatrice M5s, conferma che il Movimento non parteciperà al voto. Ma "questa nostra posizione si sottrae alla logica della fiducia al governo".  

Ore 14.05 - Paolo Tosato a nome della Lega conferma la "fiducia al governo perché i provvedimenti contenuti nel decreto sono necessari. Togliere la fiducia è una scelta legittima, farlo su questo provvedimento è da irresponsabili".

Ore 14 - Proteste e fischi, grida "stai zitta" dai banchi del Movimento 5 stelle alla volta della capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini, durante la sua dichiarazione di voto. Bernini sta attaccando, non senza frasi ironiche e tranchant, i 5 stelle per la scelta di non votare la fiducia.

Ore 13.45 - "Riteniamo che non siano venute meno le ragioni per cui è nato questo governo di unità nazionale e che anzi il quadro internazionale le rende ancora più urgenti. Ribadisco, il nostro è stato e resta un appello alla responsabilità". Così Simona Malpezzi (Pd) durante le dichiarazioni di voto in Senato. 

Ore 13.51 - "Preoccupato per il voto al decreto aiuti che potrebbe bloccare il termovalorizzatore? Sono preoccupato per la stabilità di governo, che è importante in un momento così decisivo". Lo ha detto Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, a margine della conferenza stampa di presentazione degli Europei di nuoto in programma nella Capitale.

Ore 13.33 - "Non siamo disponibili a fare la stampella di nessun governo, l'unico governo che vogliamo sostenere è un governo eletto di centrodestra". Lo ha detto in Aula il capogruppo di FdI Luca Ciriani, in dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo sul decreto Aiuti.

Ore 13.25 - "Se una forza di maggioranza non vota un provvedimento di questo genere, mi pare di capire che sia accertato da tutti che la crisi politica sia aperta. Poi, come si dice in questi casi, quando si apre una crisi non si sa mai come si concluderà". Lo dichiara il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.

Ore 13.15 - "Votare la sfiducia al governo in un momento di crisi è legittimo". Lo ha detto Matteo Renzi nel suo intervento in Senato, sollecitando però le dimissioni dei ministri pentastellati D'Incà e Patuanelli. "Il limite della dignità è stato superato". Poi l'appello a Draghi del senatore di Italia Viva: "Bisogna chiudere il Pnrr e la legge di bilancio. Deve continuare a fare il presidente del consiglio perché serve all'Italia".

Ore 13 - "Abbiamo bisogno di un governo che dia risposte e per questo la via da intraprendere e' tornare subito al voto". E' quanto dichiara in Aula il senatore di Fratelli d'Italia Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze. 

Ore 12.53 - La senatrice Cinzia Leone ha deciso di lasciare il Movimento 5 Stelle e passare a Ipf, il gruppo fondato dal ministro degli esteri Luigi di Maio. "Non posso più restare all`interno di una forza politica che non mi rappresenta più".

Ore 12.50 - Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto Aiuti, che è all'esame del Senato. L'ha riferito in Aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fe.derico D'Incà. Seguono le dichiarazioni di voto dei vari gruppi. 

Ore 12.49 - "La situazione del paese è più grave rispetto a due mesi fa, quando è stato scritto il decreto Aiuti. E' indispensabile che il governo approvi un altro decreto che metta in campo almeno 30 miliardi. Occorre sostenere i settori in crisi, e non con pannicelli caldi. Bisogna avere il coraggio di mettere in campo uno scostamento di bilancio che il M5s chiede da mesi". Lo ha detto il senatore M5s Marco Pellegrini, intervenendo in Aula in discussione generale sul decreto Aiuti.: "Continuiamo ad essere fiduciosi che il governo e questa maggioranza ci ascoltino".

Ore 12.45 - "La Lega lavorerà per una scelta unitaria del centrodestra per il bene del Paese. Piuttosto che perdere mesi preziosi con inutili e logoranti tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani". Così fonti del Carroccio. 

Ore 12.45 - "Patuanelli voti la fiducia o si dimetta #coerenza". Lo scrive su Twitter Federica Dieni, deputata del Movimento 5 stelle. 

Ore 12.33 - Il ministro della Cultura Dario Franceschini: "È una giornata complicata che potrebbe trasformare questo incontro in un rendiconto di quello che abbiamo fatto". 

Ore 12.30 - "E' legittimo esprimere valutazioni diverse sulle scelte singole di questo provvedimento ed evidenziare i nodi" ma "non votare la fiducia è una scelta grave e un oggettivo errore politico perche' mette in discussione l'esecutivo". Un passaggio dell'intervento in Aula di Antonio Misiani (Pd). 

Ore 12.10 - "Il Movimento Cinquestelle ha deciso di voltare le spalle agli italiani -. Lo afferma il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in una nota -. E' chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l'Italia saranno da attribuire unicamente all'atteggiamento irresponsabile dei Cinquestelle". 

Ore 12.07 - Verrà posta intorno alle 12.30 la questione di fiducia sul decreto Aiuti al Senato. Così si apprende da fonti parlamentari. 

Ore 11.50 - "Ciascuno si assuma le proprie responsabilità, perché al governo non si va per poi scendere dal vagone ma per assumersi le responsabilità''. Lo ha affermato Emma Bonino, intervenendo al Senato.

Ore 11.42 - Matteo Renzi sui social: "Farò un appello a Mario Draghi, parli al Paese dicendo le cose che vanno fatte da qui alle elezioni e vada avanti senza i grillini. Basta coi ricatti dei 5 Stelle". 

Ore 11.34 - "Chi subì il Papeete 1 adesso sta facendo il Papeete 2 . È chiaro a tutti che se oggi non votano la fiducia aprono la stagione del Papeete bis". Lo ha detto Luigi Di Maio parlando all'assemblea congiunta di Ipf. 

Ore 11.17 - Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha avuto un confronto con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul Dl Aiuti. Lo riferiscono fonti di Governo. 

Ore 10.50  - In Parlamento "non siamo disponibili a tirare avanti chicchessia: se non ci saranno le condizioni, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani". Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta in un punto stampa a Milano. 

Ore 10.50  - "Il ministro Federico D'Incà è in costante contatto con palazzo Chigi. Il presidente è informato di tutti i passaggi". Lo rimarcano fonti del ministero per i rapporti col Parlamento. 

Ore 10.40 - "Trovo veramente incredibile che il Ministro dei rapporti con il Parlamento del M5S, all'insaputa del Presidente del Consiglio Draghi, convochi i capigruppo di maggioranza al Senato, per chiedere se sono d'accordo a votare il dl Aiuti senza mettere la fiducia, esaminando i singoli emendamenti e mettendo a rischio più di 24 mld di aiuti agli italiani. Tutto questo solo per evitare che il suo partito diserti il voto di fiducia con le conseguenze naturali che questo gesto comporterà: la crisi di governo". Lo dichiara il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone

Ore 10.40 - "I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l'apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Lo ha detto il leader di Ipf e ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso dell'assemblea congiunta del suo partito. 

Ore 10.24  - A sorpresa tentativo di mediazione al Senato da parte del ministro dei Rapporti per il Parlamento, Federico d'Incà sul decreto Aiuti. Ai capigruppo parlamentari che ha riunito prima dell'Aula, si è proposto di evitare la fiducia sul provvedimento ma di votare articolo per articolo. Sono in corso interlocuzioni con Palazzo Chigi.

Ore 10.01 - Il deputato Pd Graziano Delrio su Twitter: "Abbiamo bisogno di un governo non di una crisi. L'emergenza sociale ed economica non è finita ma si è moltiplicata con la guerra. E' agli italiani che bisogna guardare". 

Ore 9.52 - Tweet di Enrico Letta: "Ora l'Italia ha bisogno di un Governo, non di una crisi". 

Ore 9.47- E' iniziata nell'Aula del Senato la discussione generale sul decreto Aiuti. Tra gli interventi previsti figura un solo senatore M5s iscritto a parlare: Marco Pellegrini. 

Ore 9.06 - "A Forza Italia e al centrodestra converrebbe andare a votare già domani, ma poniamo l'interesse del Paese al primo posto e crediamo che andare al voto sarebbe un piccolo disastro". Lo ha detto Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato. 

Ore 8.58 - Luigi Di Maio: "Non votare la fiducia al governo è un fatto grave, è doverosa una verifica di maggioranza".

Ore 8.44 - I venti di crisi di governo incidono subito sullo spread: il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni sale in avvio di scambi sui mercati telematici a 207 punti base contro i 199 della chiusura di ieri. 

Ore 8.11 - "I Cinque Stelle si dimostrano un partito irresponsabile. Ora avanti con Draghi anche senza di loro… forse è pure meglio!". Lo scrive sulla sua pagina Facebook il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti.