Decreto rave party, cosa prevede la legge. Opposizione: "Misura fascista"

Pubblicato in Gazzetta. Dal Pd ai verdi: "Si mette in discussione la libertà dei cittadini". Salvini: "Indietro non si torna". Viminale: "Non lede il diritto di manifestare!

Roma, 1 novembre 2022 - È scontro sul nuovo reato anti rave party, punito con una reclusione da tre a sei anni e che si applica quando più di cinquanta persone invadono terreni o edifici, pubblici o privati, da cui può derivare "un pericolo per l'ordine pubblico". La norma è contenuta nel decreto legge pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri e firmato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Il Governo ritiri il primo comma dell'art. 434 bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c'entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione", scrive su Twtter il segretario del Pd, Enrico Letta. "Un Pd ormai in confusione totale difende illegalità e #raveparty abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano", replica sempre su Twitter il vicepremier Matteo Salvini

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Ragazzi lasciano il rave party di Modena (Ansa)
Ragazzi lasciano il rave party di Modena (Ansa)

Opposizioni all'attacco

Ma unanime la condanna da parte di tutte le opposizioni che parlano di norma "fascista". "Si tratta di un evidente specchietto per le allodole. La verità è che questo provvedimento  riguarderà gli operai che occupano le fabbriche, gli studenti che occupano le scuole e le università ed altro ancora. Sono la destra, per loro l'ordine pubblico si fa così, con la repressione e le pene che crescono. Bisogna mobilitarsi senza se e senza ma contro questo scempio. Del diritto e del buonsenso", dichiara Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno. Altrettanto forte la presa di posizione del verde Angelo Bonelli: "È una norma liberticida e fascista che addirittura prevede una pena di sei anni con introduzione di misure restrittive che normalmente si applicano ai mafiosi. Può accadere che a uno studente universitario fuorisede che partecipi ad un'occupazione si notifichi il foglio di via facendogli perdere il diritto di studiare all'università".

"Il decreto del governo sui rave party, una volta letto il testo, ha tutta l'aria di essere una cosa ben più seria e più grave di quanto sembrasse ieri. Nella definizione di 'terreni o edifici altrui, pubblici o privati' ricade di tutto: i capannoni o i campi in cui vengono organizzati i rave, ma anche le università, i luoghi di lavoro, le piazze. E l'espressione 'può derivare un pericolo per l'ordine pubblico...' è sufficientemente vaga per ricadere nell'arbitrio più assoluto. Di chi? Essenzialmente dei prefetti, ovvero del Governo", dice il coordinatore della segreteria di +Europa, Giordano Masini. 

"Premetto che io stesso, nel mio post di ieri avevo aperto ad 'azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell'illegalità' per contrastare raduni che creano, oggettivamente, problemi di ordine pubblico e sicurezza, anche a garanzia dell'incolumità degli stessi partecipanti. Ma il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante - scrive Giuseppe Conte, leader M5s su Sacebook -. Questa è una norma da 'stato di polizia'".

La replica del Viminale

"La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l'incolumità pubbliche", fanno sapere intanto fonti del Viminale. Una norma, precisano sempre dal ministero dell'Interno, "che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni".

Cosa prevede la norma

Cosa stabilisce dunque, nel dettaglio, la legge? La nuova normativa in tema di rave introduce il reato di invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica (434-bis del Codice penale) ed è definita nell'articolo 5 del decreto. La norma si applica quando più di cinquanta persone invadono in modo "arbitrario" terreni o edifici, pubblici o privati e da ciò ne può derivare "un pericolo per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica". Chiunque "organizza o promuove l'invasione" è "punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro". 

La norma aggiunge inoltre che "per il solo fatto di partecipare all'invasione la pena è diminuita". Il rischio di avere una condanna è dunque anche per chi partecipa all'evento. La norma, inoltre, dispone la "confisca delle cose" utilizzate per commettere il reato nonché quelle "utilizzate per realizzate le finalità dell'occupazione". Nel testo viene poi apportata una modifica al Codice antimafia disponendo le misure di prevenzione personali per chi si macchia del nuovo reato. Ciò consentirà l'applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per gli indiziati dell'"invasione per raduni pericolosi".