Giovedì 18 Aprile 2024

Decreto anti rave, l’imprenditore: "Sì a giro di vite. A me devastarono il capannone"

Nella proprietà di Piero Camilli, nel Viterbese, lo scorso anno un rave con 10mila persone finì con un morto

Viterbo, 3 novembre 2022 - "Una norma giusta? No, è una regola giustissima. Sbagliato è ciò che è accaduto finora". Piero Camilli esulta. Non tanto per sé, considerato che non avrà benefici diretti dal giro di vite sui rave party, piuttosto è soddisfatto che sia stato sancito un principio. Quale? Intanto quello che per entrare in una proprietà altrui devi perlomeno chiedere il permesso e poi che tutto deve svolgersi nella legalità. Principi che, secondo il suo parere, non furono rispettati nell’agosto 2021 quando diecimila persone invasero trenta ettari di sua proprietà a Valentano, nel Viterbese, per un rave che andò avanti otto giorni e dove perse la vita un ragazzo di 24 anni, annegato in un laghetto.

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Una norma giusta, Camilli?

"Certo, scherziamo? Ha idea di cosa succeda in questi raduni dove alcol e droga sono i protagonisti?"

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Nella sua proprietà cosa accadde?

"Di tutto. Diecimila scatenati a cui sembrava fosse tutto permesso. C’erano addirittura auto senza targa".

Qualcuno dice che questa norma sia una limitazione alla libertà, però.

"Non ce la vedo. Casomai sono stato io nel 2021 a vedermi privato della sacrosanta libertà di difendere la mia azienda. E anche di utilizzarla in seguito".

In che senso?

"Nel senso che il terreno che fu invaso e occupato per giorni era ridotto così male che l’anno successivo non l’ho potuto neanche seminare, quindi ho perso il raccolto".

Ma riuscì a quantificare i danni?

"Certamente: un conto di 300mila euro".

Lo stabilì lei?

"No, ci sono perizie certificate. Oltre al danno del terreno poi improduttivo, ho avuto porte degli annessi sfasciate, furti di gasolio, latte rubato, una cinquantina di pecore uccise dai cani dei partecipanti, pozzo dell’acqua rotto e il fuggi fuggi degli ospiti dal mio agriturisno che confina con il terreno dove si svolgeva il rave. E quei turisti durante il resto dell’estate non li ho più rivisti".

Ma poi non ha avuto nessun aiuto, nessun ristoro?

"Il Comune qualcosina fece. Fece rimuovere i rifiuti, quintali di rifiuti, ma tutto è finito così. Poi ci ha dovuto pensare il sottoscritto, pagando di tasca. Eppure avevo chiesto una cosa".

Ovvero?

"Di sequestrare i 7-8 camion con cui erano arrivati e gli impianti stereo giganteschi che avevano montato. Potevano servire come garanzia per il risacimento danni".

Ma almeno un segnale di solidarietà le sarà arrivato, no?

"Infatti: no. Gli unici che si interessarono furono Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida e un parlamentare viterbese di Fdi, Mauro Rotelli. Fine".

Però lei in qualche modo si è fatto sentire.

"Ho fatto causa al ministero dell’Interno chiedendo i 300mila euro di risarcimento. L’udienza ci sarà a dicembre. Se vinco, li prendo e li devolvo alla Croce rossa della quale sono socio".