Abbandonato mio compagno d’armi. Ci sono così tanti mondi diversi, così tanti altri soli
e noi abbiamo solo un mondo,
ma viviamo in mondi diversi.
Ora il sole andrà all’inferno.
E la luna cavalcherà alta nel cielo. Lasciatevi salutare per l’ultima volta. Ogni uomo deve morire, ma è scritto nella luce delle stelle e in ogni linea del palmo della tua mano siamo pazzi a combattere una guerra con i nostri compagni d’armi.
Superando i trenta milioni di copie vendute ’Brothers in Arms’, pubblicato nel 1985, è uno dei dischi più ascoltati e apprezzati della storia della musica. La melanconica canzone che dà il nome a questo formidabile quinto album dei Dire Straits, il cui video ufficiale fu premiato anche con il Grammy Award al miglior videoclip, fu scritta da Mark Knopfler nel 1982 in occasione della guerra delle Falklands (o guerra de las Malvinas). Ma la struggente ballad ha immediatamente assunto una valenza di inno contro tutte le guerre. E ancora oggi non è certo raro che la canzone venga suonata in occasione di funerali o cerimonie militari. A fare da colonna sonora a un testo sofferto, ma azzeccato, c’è una chitarra sinuosa, che accarezza con un mood asciutto e triste la voce e il suono cupo delle tastiere analogiche. Questa melodia senza tempo, che è stata usata anche dal cinema per film sul Vietnam e sulla guerra fredda, sarebbe un perfetto soundtrack per le notizie che ogni giorno ci vengono riferite dai media sui conflitti russo- ucraino e israeliano-palestinese.