Sabato 7 Dicembre 2024
COSTANZA CHIRDO
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Le dimissioni di Castellitto: "Torno al mio lavoro"

Il regista lascia la presidenza del Centro Sperimentale. "Non è colpa degli attacchi"

Le dimissioni di Castellitto: "Torno al mio lavoro"

Sergio Castellitto, 71 anni

È durata meno di un anno la presidenza di Sergio Castellitto al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. "È una decisione che meditavo da tempo – ha dichiarato ieri Castellitto, nella lettera rivolta agli studenti e a tutto il personale del CSC in cui ha motivato le ragioni delle sue dimissioni –. Non sono gli attacchi ad avermi spinto a lasciare, mi hanno ferito ma mai impaurito. Semplicemente voglio tornare a fare il mio vero mestiere". A comunicare ufficialmente l’addio dell’attore e regista romano, 71 anni, è stato il ministro della Cultura Alessandro Giuli: "Accolgo con rammarico le dimissioni" ha detto, esprimendo gratitudine e stima nei suoi confronti.

"Sergio Castellitto lascia la presidenza del Centro senza aver spiegato tutto quello che è accaduto in questi mesi" ha replicato subito Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs (Alleanza Verdi Sinistra) alla Camera, che ha presentato diversi atti di sindacato ispettivo in relazione alla gestione del prestigioso istituto di Cinecittà nell’ultimo anno. "Abbiamo iniziato a occuparci della vicenda quando il centro non ha rinnovato il contratto ai 17 lavoratori – ha ribadito ieri –. Non solo non abbiamo ricevuto risposte, ma abbiamo scoperto di quell’incendio in cui sarebbero andate distrutte 220 pellicole a lungo taciuto e di altri elementi che sembravano indizi di una gestione poco trasparente che rimangono agli atti".

L’anno di presidenza del centro di Castellitto è stato caratterizzato da polemiche fin dall’inizio. E ancora da prima. Nell’estate 2023 la presidente del CSC Marta Donzelli e le Consigliere di amministrazione Cristiana Capotondi e Guendalina Ponti si erano dimesse dopo l’annuncio che il governo – tramite un emendamento sul decreto Giubileo proposto dalla Lega – avrebbe nominato direttamente i vertici del Centro. A ottobre 2023 l’ex-ministro della Cultura Sangiuliano – incurante delle proteste sulla “lottizzazione“ del CSC che avevano spinto gli studenti del Centro a manifestare alla Mostra di Venezia spalleggiati da molti nomi noti del settore, a partire da Nanni Moretti – aveva quindi provveduto alla nomina di Castellitto alla presidenza.

A far esplodere il caso della “gestione Castellitto“ è stato però Grimaldi, che lo scorso settembre ha denunciato pubblicamente le presunte irregolarità in corso al Centro sperimentale da lui rilevate, annunciando un’interrogazione al ministro della cultura Giuli, succeduto in quel mese a Sangiuliano. Grimaldi denunciava il licenziamento di Stefano Iachetti, dirigente della Cineteca Nazionale, ma non solo; accusava Castellitto di mandare a casa i lavoratori mentre aumentava consulenze, avvocati ("nonostante il Csc possa avvalersi del gratuito patrocinio dell’Avvocatura dello Stato") e spese inopportune. Tra queste, l’affitto di Villa Gallo a Venezia, costato 24mila euro: "non è stato riportato nella sezione Amministrazione Trasparente del sito come richiesto dall’Autorità anticorruzione" aveva dichiarato Grimaldi. Inoltre, dei 517mila euro spesi per nuovi incarichi, "non tutti necessari", 4mila erano andati a Margaret Mazzantini, scrittrice e moglie di Castellitto dal 1987, per aver fatto da relatrice al convegno “Diaspora degli artisti in guerra“ lo scorso giugno – al convegno aveva preso parte anche lo scrittore David Grossman, pagato la stessa cifra..

Tutte le accuse sono state smentite punto per punto da Castellitto stesso: "Lavoro, con tutto il mio impegno, a titolo completamente gratuito – aveva dichiarato –. La mia permanenza al Centro Sperimentale costa un paio di caffè al giorno". Ora neanche più quelli.