
Il Cerasuolo di Vittoria, nel Ragusano, vino conosciuto, dimenticato e infine riscoperto, racconta una storia unica delle terre di Noto e del Barocco siciliano.
Oggi Feudo Santa Tresa, cui si è aggiunta l’azienda agricola Cortese (14 ettari) a poca distanza, è una tenuta-giardino, certificata bio/vegan, guidata da rigore trentino e passione siciliana, e sostenibilità a 360 gradi nella gestione del vigneto, del suolo e dell’acqua, oltre che da una rigida attenzione alla tutela della biodiversità. I giardini accanto alle vigne sono veri e propri bacini di vita abitati da rettili e piccoli mammiferi; gli alberi rifugio di numerose specie di uccelli. La tenuta è un piccolo paradiso naturale popolato da api e poi volpi, falchi, conigli e cardellini. La terra rossa, tipica di Vittoria, viene coltivata con le tecniche meno invasive: le vigne sono fertilizzate col favino, pianta che è un fertilizzante naturale; tutelate dal sole cocente con la defogliazione; difese con la confusione sessuale; irrigate con un impianto sotterraneo.
Oltre agli autoctoni Nero D’Avola e Frappato, si coltivano anche varietà alloctone, come il Viognier, vitigno francese, che qui ha trovato condizioni climatiche ideali, e i bianchi tipici siciliani Grillo e Catarratto. Inoltre si sperimentano biotipi autoctoni, come l’Albanello e l’Orisi, vere e proprie testimonianze viventi dell’antica tradizione enologica siciliana. Cortese produce sei etichette, tra cui spiccano le tre selezioni: Vanedda, un bianco di personalità (Grillo e Catarratto), il Cerasuolo di Vittoria ‘Sabùci’ e il Nero d’Avola ‘Senia’.