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La grotta miracolosa e il santuario dell’arcangelo

di GIUSEPPE DI MATTEO -
30 dicembre 2021
Castellana Grotte, Apulia, Italy

Castellana Grotte, Apulia, Italy

Appollaiato sul Gargano a 823 metri di altezza sul livello del mare, Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, è il centro abitato più alto della zona e gode di una vista mozzafiato: da un lato l’immensa pianura del Tavoliere, dall’altro il golfo di Manfredonia. Ma il borgo è uno dei più rinomati della regione soprattutto grazie al santuario di San Michele Arcangelo, dichiarato nel 2011 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e inserito nel circuito ‘I Longobardi in Italia, i luoghi del Potere’. Stando alla tradizione, tutto ruota intorno all’arcangelo Michele, che alla fine del V secolo d.C. sarebbe apparso al vescovo di Siponto all’interno di una grotta - che probabilmente in epoca greca e romana ospitava un culto pagano - indicandola come propria dimora. Ed è proprio a partire da quella caverna miracolosa che, nel corso dei secoli, si sviluppò il complesso architettonico che oggi la custodisce e attira ogni anno turisti e fedeli da ogni parte del mondo. Addentrarsi all’interno del santuario è un viaggio nel tempo che raccoglie innumerevoli storie, popoli e culture che hanno lasciato il segno. Ai Longobardi si devono alcuni importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento della struttura, che nel X secolo era meta dei crociati diretti in Terrasanta. L’aspetto attuale dell’edificio risale però al XIII secolo ed è farina del sacco degli Angioini, che realizzarono la navata addossata alla grotta sacra, il campanile, la cui costruzione venne completata intorno al 1282, e la scenografica scalinata che conduce alla ‘casa’ dell’arcangelo, l’area certamente più intima e suggestiva del complesso religioso pugliese. Una statua in marmo di Carrara, risalente al 1507, lo ritrae mentre calpesta il demonio impugnando una spada, e, assieme all’altare, è attribuita ad Andrea Sansovino (ma c’è chi ipotizza che l’artista sia il coevo scultore Andrea di Pietro Ferrucci). Della magnifica grotta di San Michele si è accorto pure National Geographic, che l’ha inserita nella sua speciale classifica delle 10 più belle al mondo. Nei secoli il santuario è diventato il centro di un ampio percorso penitenziale. Ma è anche una tappa imprescindibile della cosiddetta linea sacra di San Michele, che secondo la leggenda è il colpo di spada inflitto dal santo al diavolo e unisce sette luoghi sacri, da Skelling, in Irlanda, al monastero del Monte Carmelo, in Israele. Del resto, i cammini e i pellegrinaggi sono parte integrante del luogo: dalla Via Micaelica (che collega Mont Saint-Michel con la Sacra di San Michele in Piemonte fino al Gargano) alla Via Sacra Langobardorum passando per la Via Francigena. E poi c’è il fascino del borgo. Monte sant’Angelo, con le sue viuzze vestite di bianco, è uno dei più belli d’Italia.    
ALBEROBELLO

I mitici trulli

Alberobello è conosciuta per i suoi trulli (patrimonio Unesco dal 1996), caratteristiche costruzioni coniche in pietra a secco che conferiscono al borgo un’atmosfera quasi fiabesca. Elementi ricorrenti dei trulli sono il pinnacolo e i segni sul cono, che hanno i significati più svariati ma anche la funzione di proteggere l’ospite. Su questo incredibile patrimonio artistico legato alla tradizione contadina fioccano le interpretazioni. Probabilmente gli agricoltori li utilizzavano per diventare ‘invisibili’ durante i controlli per la riscossione delle tasse. La costruzione a secco, infatti, permetteva loro di abbatterli rapidamente. Ma questa potrebbe essere legata anche a una precisa disposizione regia in vigore nel Regno di Napoli, che vietava l’uso della malta nella costruzione di nuove abitazioni allo scopo di smantellarle con facilità se necessario.  
CHIESE RUPESTRI

Nelle rocce l’essenza di una terra

Qualcuno dice che la storia della Puglia sia scritta nelle pietre. In questa regione infatti è possibile fare un viaggio nel tempo alla scoperta della civiltà che si sviluppò tra le rocce. I paesaggi straordinari delle gravine, veri e propri canyon mediterranei, regalano vertigini e tanto stupore con profondi dirupi e architetture di pietra nascoste dalla vegetazione rigogliosa. è in questo contesto che ci si può addentrare nei rifugi segreti di eremiti, ammirate i resti di villaggi, tra cripte e chiese affrescate scavate nella roccia. Dal 1993 le chiese rupestri pugliesi sono Patrimonio dell’Umanità con i ben più noti Sassi di Matera.  
CASTELLANA

Le cavità carsiche raccontano la storia

Una meraviglia unica al mondo: le Grotte di Castellana, nel Barese, sono cavità sotterranee di origine carsica che raccontano una storia lunga milioni di anni. Uno spettacolo naturale che si estende per circa 3 chilometri e svela il suo patrimonio di caverne, cunicoli, canyon, stalattiti, stalagmiti, e concrezioni dalle forme e colori più incredibili. A testimoniarlo è la rosa di nomi scelta per strabiliare i visitatori: Grotta nera, Cavernone dei monumenti, Corridoio dell’angelo, Cavernone della civetta, Caverna dell’altare. Ultima tappa dell’itinerario è la splendida Grotta Bianca, che lascia di stucco per l’incredibile bagliore delle sue concrezioni. Scoperte dallo speleologo lodigiano Franco Anelli nel 1938, le Grotte sono state visitate da più di 15 milioni di turisti. E oggi sono meta di spettacoli suggestivi come “Hell in the cave”, che si tiene al loro interno e mette in scena l’Inferno dantesco.  
IL PARCO

Le faggete della Foresta Umbra. Un paradiso tutto da scoprire

Merito delle sue splendide faggete: e così anche la Foresta Umbra, uno dei simboli del Parco Nazionale del Gargano (FG), dal 2017 è patrimonio Unesco. Il suo nome lo deve alle zone ombrose causate dalla fitta vegetazione. Per altri, invece, la parola ‘umbra’ è una traccia linguistica dell’antica popolazione degli Umbri (una tribù preistorica di origine celtica), dedita a continue scorribande ai danni dei pastori. Oggi la Foresta è un paradiso naturalistico di oltre 10mila ettari tutto da scoprire. Sono infatti 2mila le specie vegetali e 4mila gli ettari di faggete. Molto ricca anche la fauna; caprioli, gatti selvatici, cinghiali, volpi, donnole. Non mancano gli uccelli: gufi reali e comuni, picchi, allocchi, barbagianni, gazze, nibbi e sparvieri.