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«Il vino per noi è un’arte capace di far sognare»

di VITTORIO BELLAGAMBA -
10 aprile 2022
wine glass of red wine with a corkscrew.

wine glass of red wine with a corkscrew.

«Il vino è per noi un’arte capace di far sognare». Queste parole sintetizzano nel miglior modo l’attività che da 35 anni caratterizza il «saper fare» dell’azienda vitivinicola Velenosi. La continua ricerca per ottenere il massimo risultato. L’aspirazione al perfetto equilibrio tra gusto e colore, tra bouquet e retrogusto. L’attesa del magico momento in cui iniziare la vendemmia, per poi seguire poco a poco la nascita e l’evoluzione del vino. L’headquarter dell’azienda ascolana è incastonato tra i poderi che si estendono tra le colline che fanno da contorno alla splendida valle del fiume Tronto, che grazie ai suoi terreni argillosi e fertili, è da sempre stata vocata alla coltivazione della vite. La Velenosi ha assunto un ruolo importante tra le aziende leader in Italia del comparto vitinicolo e sta gettando validissime basi per attuare una strategia di crescita importante anche nei prossimi anni. Ad Angela Velenosi abbiamo chiesto come l’azienda si appresta a vivere l’edizione 2020 del Vinitaly, a Verona: «Con grande grinta e voglia di fare bene. A causa del Covid il Vinitaly non si é svolto per due anni e questo – aggiunge Angela Velenosi – è stato penalizzante per tutto il settore, ma ora siamo pronti con un nuovissimo stand all’interno del quale presenteremo tutta la collezione di vini». Quali saranno le novità per il Vinitaly? «Abbiamo la nuova linea per l’horeca denominata Villa Angela e il nuovo Rosa che è un rosato eccezionale oltre al Ninfa che è un Igt Marche sul quale crediamo molto». Il quadro congiunturale è a tinte fosche come lo state affrontando? «Veniamo fuori da un periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria da Covid 19 che ha reso tutto più difficile. Archiviato quindi il 2020 all’insegna della pandemia il mercato ha fatto registrare una ripresa nel corso del 2021 che si è maggiormente consolidata nel secondo semestre. Purtroppo la situazione generale è decisamente peggiorata nel corso dell’anno 2022 con l’aumento dei beni che caratterizzano la nostra catena produttiva. Il quadro congiunturale all’interno del quale operiamo fa vivere al settore un momento delicato, ma soprattutto da parte nostra c’è tantissima voglia di reagire». Quali conseguenze sta generando la guerra tra Russia e Ucraina? «Per quanto ci riguarda noi abbiamo praticamente tre mercati fermi a causa della guerra ovvero quello della Russia, dell’Ucraina e della Bielorussia che avevano fatto registrare negli ultimi anni incrementi di trend particolarmente interessanti. Inoltre la chiusura di alcune vetrerie in Ucraina ci sta creando problemi nell’approvvigionamento delle bottiglie che hanno subito un aumento dei prezzi tra il 20 e il 25%». Quali sono le risposte che state avendo dai mercati? «Abbiamo vissuto soprattutto l’ultimo periodo del 2021 con trend di crescita importanti. Attualmente per noi i mercati che presidiamo sono quello italiano che ha un’incidenza del 35% sul totale delle nostre vendite. Dopo il mercato interno il nostro secondo mercato di riferimento è il Canada seguito dalla Cina, dalla Russia e dagli Stati Uniti. Abbiamo inoltre un’ottima penetrazione anche nei mercati asiatici. Attualmente siamo rappresentati in 52 Paesi. L’Italia ha vissuto un grande momento nel secondo semestre dello scorso anche con un prezzo medio più altro rispetto agli anni precedenti. Per noi il mercato di riferimento è quello del canale horeca anche se continuiamo a presidiare anche il canale della grande distribuzione organizzata che ha avuto un considerevole sviluppo durante la pandemia e siamo presenti con delle linee dedicate».