Ucraina. "Putin ormai è obbligato a vincere. Negozia solo per prendere tempo"

Il docente della Johns Hopkins University: bombardare la base al confine polacco è una sfida all’Occidente

"Putin continua a trattare solo per guadagnare tempo, vuole confondere le acque. Non può fermare l’invasione". Per Justin Frosini, docente di diritto costituzionale comparato alla Johns Hopkins University e alla Bocconi, i negoziati tra Russia e Ucraina sono tutti in salita.

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Professore, ieri Mosca ha bombardato la base militare di Yavoriv vicina al confine polacco. Che messaggio sta mandando all’Occidente?

"È un guanto di sfida. Colpire una base dove potrebbero essere presenti istruttori Nato è un atto preoccupante, anche alla luce dei colloqui che Scholz e Macron hanno avuto con Putin e nei quali è emersa la volontà del Cremlino di non fermare l’offensiva".

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Nei giorni scorsi il Cremlino ha detto che i convogli che trasportano armi in Ucraina saranno considerati degli obiettivi. Cosa potrebbe succedere se uno di questi mezzi venisse colpito?

"Ormai siamo davvero molto vicini a un conflitto diretto tra Russia e Nato. Anche se a essere precisi, finché non avviene un attacco nei territori dell’Alleanza o non viene abbattuto un aereo Nato, non può scattare l’articolo 5, quello della mutua difesa. Un attacco a un convoglio che trasporta armi è un po’ in una zona grigia".

Qual è l’obiettivo di Putin in questa guerra?

"È difficile da dire. In un primo momento sembrava che volesse prendere solo Donetsk e Luhansk, con la scusa di liberare le due province a maggioranza russofona. Ora forse vuole occupare tutti i territori a Sud, in modo da creare un collegamento tra le due repubbliche autoproclamate del Donbass e la Crimea, presa illegalmente nel 2014. Ma c’è anche chi crede, anche se è un obiettivo molto più complesso, che voglia tutta l’Ucraina".

Un governo fantoccio a Kiev potrebbe funzionare?

"Dopo due settimane e mezzo di conflitto, è chiaro che la maggioranza del popolo ucraino non lo accetterebbe. Potrebbe restare in sella solo con la costante presenza dell’esercito russo sul territorio".

Putin è obbligato a vincere?

"A questo punto sì. Temo che ormai farebbe molta fatica a tornare indietro. Da questo punto bisogna fare un grande sforzo per far sì che una figura di spicco possa avviare una mediazione che lasci la possibilità a Putin di salvare la faccia. Anche se non sono molto ottimista".

Perché?

"Oltre al contrasto dell’allargamento della Nato, ci sono analisti che ritengono che l’invasione sia stata lanciata per motivi interni. Putin avrebbe temuto di venire rovesciato".

Con l’economia minata dalle sanzioni e l’immagine dell’esercito danneggiata dalla lentezza dell’invasione, non c’è più spazio per un golpe?

"Bisogna essere realisti: ora Putin sta sopprimendo in modo feroce qualsiasi dissenso all’interno della Federazione. Più che un’ipotesi, è una speranza: visto che non può tornare indietro, l’unica altra strada è quella di un rovesciamento interno o di una sostituzione. Chiunque prenderà il suo posto potrà fermare il conflitto".

Perché Putin continua a trattare, anche se non sembra interessato a fermare l’invasione?

"Per guadagnare tempo e confondere le acque. Putin utilizza il linguaggio del diritto per spiegare l’invasione. È un leader autoritario molto furbo. L’accusa all’Ucraina di possedere armi chimiche è un riferimento ai motivi che portarono gli Usa a invadere l’Iraq. C’è un tentativo di cercare di mettere tutto sullo stesso piano. Ma in Ucraina c’è stata una chiara violazione del diritto internazionale".

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