Ex Wagner: "In trincea non c'è pietà. Uccidono le reclute che rifiutano di combattere"

Andrei Medvedev, l'ex mercenario che ha disertato e chiesto asilo alla Norvegia, ha raccontato alla Cnn la brutale vita al fronte, e la sua fuga dalla guerra

New York, 31 gennaio 2023 - La brutale vita di trincea dei Wagner è stata raccontata da Andrei Medvedev, ex mercenario che ha disertato e chiesto asilo alla Norvegia, in un'intervista esclusiva alla Cnn da Oslo. L'ex Wagner 26enne ha svelato che lui e i suoi compagni venivano mandati allo sbaraglio, con solo poche informazioni su dove si trovava il nemico, facendo intuire la mancanza di una strategia negli assalti delle forze russe. "Non c'erano vere tattiche. Abbiamo solo ricevuto ordini sulla posizione dell'avversario ma non c'erano ordini precisi su come comportarci. Pianificavamo come procedere passo dopo passo".

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Il simbolo dei Wagner
Il simbolo dei Wagner

Quelli che hanno pagato il prezzo più alto sono state le reclute, gettate nella mischia con poca preparazione e ancor meno motivazioni. E chi si rifiutava di affrontare il nemico, veniva ucciso dai sui stessi compagni: "Riunivano quelli che non volevano combattere e gli sparavano davanti ai nuovi arrivati". Non c'era pietà, ha ricordato l'ex mercenario: "Ad esempio, hanno portato due prigionieri che si sono rifiutati di andare a combattere e hanno sparato loro davanti a tutti, poi li hanno seppelliti nelle trincee scavate dalle reclute". 

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Lui personalmente, ex soldato dell'esercito russo, si era unito a Wagner come volontario e invogliato dalla paga più alta. Non aveva quasi finito di firmare il contratto, che dopo 10 giorni lo avevano già spedito in Ucraina, nel luglio 2022. Medvedev ha prestato servizio vicino a Bakhmut, la città in prima linea nel Donetsk dove nei giorni scorsi si è combattuta una battaglia cruenta. Ma troppi morti e troppa violenza, così ha disertato. Ma anche fuggire è stato un pericoloso percorso ad ostacoli mortali, evitando all'arresto "almeno 10 volte", ha raccontato.

Poi la notte tra il 12 e il 13 gennaio avrebbe attraversato il confine fra Russia e Norvegia, chiedendo poi asilo nel Paese scandinavo (Ma alcuni esperti dubitano di questa versione). Medvedev ha confessato alle autorità norvegesi di aver deciso di disertare a novembre, quando l'organizzazione guidata da Yevgeny Prigozhin gli aveva prolungato il contratto contro la sua volontà.

Le autorità di Oslo però ci vogliono vedere chiaro, e lo hanno arrestato in base alla legge sull'immigrazione in vigore in Norvegia. Secondo il suo avvocato, Brynjulf Risnes, il suo assistito non avrebbe rispettato misure di sicurezza, così la polizia lo ha fermato e portato in una località segreta, sotto stretta sorveglianza, forse anche per la sua stessa incolumità.

Medvedev, quando parla dell'ideatore dei Wagner, l'oligarca russo Yevgeny Prigozhin, si riferisce a lui come al "diavolo". Secondo il fuggitivo Prigozhin non è un eroe perchè manda gli altri a morire "avrebbe preso una pistola e sarebbe corso con i soldati". Prigozhin stesso non ha negato la presenza nel suo gruppo di Medvedev, ma lo ha accusato di essere un criminale: "avrebbe dovuto essere perseguito per aver tentato di maltrattare i prigionieri".