Ucraina, Putin riconosce il Donbass. Pronte sanzioni Usa e Ue

Il presidente russo: "Ucraina e Donbass parti integranti della nostra storia". Dura reazione Ue: "Violazione diritto internazionale". E Biden impone bando agli investimenti. Borse in ribasso e vola prezzo nichel

Roma 21 febbraio 2022 - "L'Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura". Vladimir Putin, in un discorso alla nazione, riconosce il Donbass, accettando così le richieste di indipendenza di Donetsk e Lungansk, le autoproclamate repubbliche separatiste dell'Ucraina orientale. Il leader del Cremlino firma i decreti in diretta tv, ordinando al ministero della Difesa russo di dispiegare forze armate "per assicurare la pace" e ammonendo Kiev a non adottare misure contro le due Regioni. Una mossa, che arriva dopo un'altra giornata concentrata sulla descalation, che segna una svolta nella crisi: di fatto apre la porta all’ingresso di truppe russe in territorio ucraino.

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Durissime le reazioni dei vertici Ue. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron si sono subito detti "delusi" e hanno convocato un incontro d'emergenza con il leader ucraino, Volodymyr Zelensky e i loro "partner più stretti". Immediatamente dopo il discorso in tv di Putin, Charles Michel e Ursula von der Leyen hanno annunciato su Twitter che "reagiranno con unità, fermezza e determinazione": "Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina - hanno scritto - è una palese violazione del diritto internazionale". Lato Usa, Joe Biden, come rende noto la Casa Bianca, firmerà presto un ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti, attività commerciali e finanziarie da parte degli americani per, da o nelle cosiddette regioni separatiste dell'Ucraina. Mentre il governo britannico, secondo quanto riporta Reuters, ha comunicato che annuncerà domani le sanzioni contro la Russia. I venti di guerra si fanno sempre più forti. 

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Sommario

Un soldato dell'esercito ucraino in servizio vicino alla regione di Donetsk (Ansa)
Un soldato dell'esercito ucraino in servizio vicino alla regione di Donetsk (Ansa)

Il discorso di Putin alla nazione

L'Ucraina "è il risultato delle politiche bolsceviche. È stata creata da Lenin, il suo architetto". Il presidente russo, Vladimir Putin, ha esordito così in diretta televisiva nel discorso alla nazione. In questi anni, ha proseguito, il Paese è stato contaminato dai virus del nazionalismo, del nazismo e della corruzione degli oligarchi. E ha rivolto alla Russia "minacce permanenti" sull'energia, su cui "continuano a ricattarci". "Gli ucraini sono dominati solo da oligarchi interessati alle loro aziende e a dividere l'Ucraina dalla Russia e non ai bisogni dei cittadini", ha sostenuto. "Il crollo dell'economia Ucraina è evidente, è colpa del governo", che ha permesso questo sistema, che ha autorizzato "gli oligarchi a rubare". 

"Sull'espansione a Est della Nato ci hanno ingannato - ha continuato -, parole vuote, hanno detto che non lo avrebbero fatto e invece è quello che è successo". Putin nel suo discorso accusa l'Alleanza atlantica di avere dapprima rifiutato l'adesione della Russia e poi di essersi allargata a spese della sua sicurezza. "Queste infrastrutture militari sono arrivate alle porte della Russia, sui nostri confini", ha detto, aggiungendo che da parte della Nato si è trattato di un "errore strategico", che ha avuto un "effetto negativo" sulla sicurezza europea. "Oggi la Nato comanda operazioni militari nel paese. Ci sono almeno 10 esercitazioni in corso in Ucraina, e i contingenti degli Alleati potrebbero crescere rapidamente nonostante la costituzione ucraina prevede che non possano esserci basi straniere sul territorio".

"Gli americani", ha continuato Putin, "dicono che non dobbiamo preoccuparci perché l’Ucraina non entrerà a breve nella Nato, ma arriverà un momento in cui succederà". "Abbiamo inviato le nostre proposte agli Stati uniti, abbiamo avanzato richieste in termini di garanzie di sicurezza - è la conclusione - ma le risposte che si sono arrivate sono state vaghe". Quanto alle sanzioni dell’Occidente, "arriveranno comunque".

Testimoni: colonna di blindati a Donetsk

Una colonna di blindati è stata segnalata a Donetsk dall'agenzia russa Interfax. Testimoni oculari hanno riferito che due colonne di veicoli blindati si trovano attualmente nella Repubblica popolare e si stanno spostando a nord e a ovest. I presidente russo Vladimir Putin, nel decreto di riconoscimento delle repubbliche separatiste, ha disposto anche l'invio di una forza di "peacekeeping" per questa fase di transizione. 

Vertici Ue: "Violazione diritto internazionale"

La dichiarazione congiunta
La dichiarazione congiunta

Dura la reazione dei vertici Ue. "Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina è una palese violazione del diritto internazionale, dell'integrità territoriale dell' Ucraina e degli accordi di Minsk. L'Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà con l'Ucraina". Sono i tweet del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in reazione al discorso di Putin alla nazione.

Nato condanna decisione

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg "condanna" la decisione di Vladimir Putin di riconoscere l'indipendenza del Donbass. "Condanno la decisione della Russia di estendere il riconoscimento all'autoproclamata 'Repubblica popolare di Donetsk' e 'Repubblica popolare di Luhansk'. Ciò mina ulteriormente la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, erode gli sforzi per una risoluzione del conflitto e viola gli accordi di Minsk".

Kiev chiede riunione consiglio sicurezza Onu

L'Ucraina ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dopo il riconoscimento russo delle regioni separatiste in Ucraina. Lo ha annunciato il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, su Twitter.  "Una lettera in questo senso è già stata presentata al Consiglio", ha aggiunto.

Onu: "Immediata cessazione ostilità"

E il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres è "molto preoccupato" per la decisione di Vladimir Putin e "chiede una soluzione pacifica del conflitto nell'Ucraina orientale, in conformità con gli accordi di Minsk". Lo afferma in una nota del portavoce. Per Guterres la decisione della Russia è "una violazione dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Ucraina e incompatibile con i principi della Carta delle Nazioni Unite". E ha poi esortato "tutte le parti interessate a concentrare gli sforzi per garantire l'immediata cessazione delle ostilità, la protezione dei civili e delle infrastrutture civili, prevenire qualsiasi azione e dichiarazione che possa aggravare ulteriormente la situazione pericolosa in Ucraina e dare priorità alla diplomazia per affrontare tutte le questioni pacificamente". Le Nazioni Unite, ha continuato, "continuano a sostenere pienamente la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti". 

Di Maio: "Sosteniamo integrità Ucraina"

"La decisione delle autorità russe di riconoscere le cosiddette Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk è da condannare in quanto contraria agli accordi di Minsk e costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica". Si unisce ai vertici internazionali a sostegno dell'Ucraina anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. "L'Italia - ha aggiunto - continua a sostenere l'integrità e la piena sovranità dell'Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti". Vista la situazione, in mattinata la Farnesina aveva invitato formalmente gli italiani ad abbandonare l'Ucraina. "La nostra ambasciata a Kiev sta effettuando diverse prove evacuazione del personale e sta chiedendo a tutti gli italiani in Ucraina di lasciare il Paese", aveva spiegato Di Maio, sottolineando che,"l'ambasciata resta aperta e pianamente operativa, perché vogliamo dare un segnale di vicinanza al popolo ucraino e crediamo nella diplomazia".

"Sanzioni sono pronte"

Nel mentre, l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, a margine del Consiglio Affari esteri durato oltre dieci ore, conferma che il pacchetto delle sanzioni dell'Unione europea contro la Russia in caso di aggressione contro l'Ucraina, compreso il Donbass, "sono pronte". Ma i dettagli non sono ancora noti e non sono stati discussi con gli Stati membri. Le sanzioni vengono preparate dalla Commissione e l'Alto rappresentante le presenta al Consiglio, che eventualmente le approva. Vista la delicatezza della questione anche la discussione è stata legata all'eventuale aggressione russa. "Se la Russia attacca convocherò un Consiglio straordinario e ne parleremo", ha spiegato Borrell. 

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Gli effetti sulle Borse e sul prezzo del nichel

Con l'intensificarsi della crisi non solo sempre più compagnie aeree sospendono i voli con l'Ucraina, ma anche la riapertura dei mercati del lunedì ne risente. La Borsa di Amsterdam è scesa fino al 2,5%, con Milano e Parigi che hanno ceduto un massimo del 2,4% per poi portarsi su una perdita attorno ai due punti percentuali, seguite da Francoforte in ribasso del 2,3%. In calo dell'1,7% Madrid, con Londra che scende dello 0,8%. Piatto sui 74 euro al Megawattora il gas naturale sui mercati europei. Anche la Borsa di Mosca è in netto calo: l'indice Rts, denominato in dollari, cede circa il 10,4% dopo che Mosca ha accusato Kiev di aver inviato truppe sul territorio russo, ricostruzione smentita dall'Ucraina. L'indice IMoex, in rubli, da parte sua perde l'8%.

Nel frattempo, il prezzo del nichel ha raggiunto i 25.055 dollari a tonnellata, il massimo dal 2011, spinto dall'escalation della crisi in  Ucraina, che potrebbe mettere sotto pressione la produzione russa, e dall'aumento della domanda, legata al boom delle auto elettriche (il metallo è usato nelle batterie). Secondo gli osservatori, considerando che la Russia è uno dei maggiori produttori di nichel, insieme all'Indonesia, le esportazioni potrebbero subire un rallentamento, specie se fossero imposte sanzioni a Mosca. Ma l'escalation delle tensioni tra la Russia e l'Occidentesta avendo un impatto anche sul mercato dell'alluminio, di cui la Russia è il secondo produttore mondiale: il metallo è scambiato a 3.329 dollari a tonnellata, poco sotto il massimo degli ultimi 14 anni toccato a inizio febbraio.