L’Italia svolta a destra e con ogni probabilità avrà un governo guidato da Fratelli d’Italia. E’ questo il risultato delle urne, almeno stando ai risultati resi noti della notte, secondo i quali la Meloni otterrebbe valore di circa il 25 per cento, cui si sommano l'8 e rotti della Lega, l'8 scarso di Forza Italia e qualcosina dei Moderati.
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Dal punto di vista squisitamente percentuale non ci sarebbe maggioranza, ma l’effetto dei seggi uninominali (vince il seggio chi arriva primo) assicurerà una quota sicuro governo (si parla di una quota seggi al Senato di circa 120/125 seggi su un plenum di 206). Il Pd non va bene e il risultato intorno al 18/19 apre già un fronte interno: il congresso a questo punto è sempre più vicino. Il processo a Letta sta per cominciare. All'opposto vanno bene i 5S, che grazie al voto del sud alla disperata difesa del reddito di cittadinanza, toccano una quota intorno al 15/16 per cento. Se si pensa a quello che i grillini hanno passato negli ultimi mesi, alla scissione con Di Maio e al resto, pare quasi un miracolo. Ottenuto con i soldi pubblici del Rdc, ma pur sempre un miracolo.
Ora occorrerà capire se lo spoglio definitivo confermerà questi dati e se il calcolo dei seggi attribuirà al centrodestra la maggioranza nelle due camere. Ma dalle prime impressioni pare proprio di si. Il quadro politico insomma cambia rispetto al passato e alle ultime due elezioni, quando, lo ricordiamo, dal voto non uscì una maggioranza chiara e si dovette ricorrere a lunghe mediazioni per arrivare alla formazione del governo. Più che altro i governi che ne uscirono non furono diretta espressione della volontà popolare (nel 2013 nacque il governo Letta con quasi tutti dentro, nel 2018 l’accrocchio giallo-verde) e come tale durarono poco. Comunque la si pensi, è un passo in avanti.
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