Aumento tassi Bce, gli effetti su mutui e prestiti

Una mossa che inciderà sulle tasche di famiglie e imprese. Rendimenti dei titoli di Stato in aumento e tensione sui mercati. Cosa ci possiamo aspettare nei prossimi mesi

Roma, 10 giugno 2022 - La Banca centrale europea pone fine al programma di acquisti dei bond e annuncia il primo rialzo dei tassi di 25 punti base dopo 11 anni. Il rialzo di luglio, inoltre, sarà seguito da un altro di 50 punti a settembre. Ecco tutto ciò cosa significherà per famiglie e imprese nel prossimo futuro.

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Bce, Euro (Dire)
Bce, Euro (Dire)

Finita l'era dei mutui economici

Coloro che vogliono chiedere un nuovo finanziamento, devono prepararsi a trovare tassi più alti rispetto a quelli concessi l'anno scorso. Anzi, il processo è già iniziato mesi fa, quando era stata annunciata la stretta della Bce: le banche hanno cominciato a scaricare sui risparmiatori i costi del denaro aumentando i tassi. A subire l'effetto più immediato saranno i mutui a tasso variabile, le cui rate saliranno da luglio, ma saranno più cari anche i prestiti personali o la rateizzazione delle spese. Nel caso ad esempio di un mutuo a tasso variabile a 30 anni a Roma per 200 mila euro, l'aumento complessivo - come calcolato dal Codacons - supererebbe di poco di 16.000 euro nel caso di un aumento dei tassi dello 0,50%. L'aumento mensile sarebbe poco sotto i 50 euro. Un mutuo a 25 anni, invece, subirebbe un aumento di 12.600 euro, mentre uno a 20 anni di 11.800 euro.

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Prestiti più cari anche per le imprese

Fino ad oggi le aziende, soprattutto le piccole e medie imprese, potevano contare su prestiti a tassi molto bassi, in alcuni casi ottenuti con garanzie statali e con scadenze prorogate grazie alle moratorie introdotte dal Governo per mitigare gli effetti del Covid sull'economia. Con il rincaro delle rate, da luglio tutta l'operazione sarà più costosa; e non è detto che le moratorie statali saranno rinnovate. Inoltre, finché le decisioni della Bce non mitigheranno l'inflazione, le imprese dovranno affrontare anche il problema dei prezzi alti che, non potendo sempre scaricare sul consumatore finale, comportano minori guadagni.

Vola lo spread, dubbia sostenibilità del debito

L'annuncio della Bce ha subito colpito i rendimenti, e il Btp a 10 anni italiano è schizzato di 15 punti base, superando la quota del 3,5% e aggiornando i massimi dal 2018. Lo spread è salito a 216 punti, toccando i massimi dal 2020. In sostanza il debito italiano costerà di più, e se da una parte gli investitori avranno cedole più elevate, dall'altra si riaccendono i rischi di tenuta sul Paese. L'Italia ha il secondo debito più elevato della zona euro, e da luglio non potrà più contare sugli acquisti dei bond in massa di Francoforte.

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