Per approfondire:
L’estensione del Green pass rinforzato ad altre fasce di lavoratori o a scaglioni anagrafici di cittadini – o a tutti i lavoratori nell’ipotesi più strutturata – è il provvedimento più atteso del Consiglio dei ministri. Un caso sanitario, tecnico e politico che Mario Draghi vorrebbe dirimere senza ulteriore rinvii per ragioni di contrasto alla pandemia e di qualità dell’azione di governo. Al tempo stesso l’incandescenza politica della materia, la problematicità di molti aspetti giuridici (come sanzioni e sostituzioni sui luoghi di lavoro), nonché l’analisi di impatto della nuova misura su filiere essenziali che tra un mese potrebbero già essere in difficoltà per contagi e quarantene, suggeriscono massima cautela. La mediazione potrebbe essere l’immunizzazione obbligata solo per le fasce di popolazione più vulnerabili o per le categorie di lavoratori considerate maggiormente a rischio, come già avvenuto per il personale di sanità, scuola e forze dell’ordine. Il tutto con un calendario graduale che non intasi i centri vaccinali e limiti al massimo il ricorso a multe e sanzioni. Cdm 5 gennaio, cosa succede oggi. A che ora la cabina di regia e le ipotesi sul tavolo Quarantena con terza dose: cosa fare se positivi o in caso di contatto stretto L’assist più gradito al premier arriva dalle Regioni. Alcuni presidenti, su tutti l’emiliano Stefano Bonaccini, premono sull’obbligo del super Green pass o a tutti i lavoratori. In aggiunta o in alternativa, le Regioni propongono un obbligo di vaccinazione per la sola popolazione over 60 nella quale si annida tuttora la platea più fragile e meno vaccinata: mancano all’appello degli hib 1,2 milioni di persone. "Visto che le abbiamo provate tutte, non resta che l’obbligo per tutti i lavoratori e i soggetti più fragili che ancora non hanno fatto il vaccino per scelta", ammette Giovanni Toti (Liguria). Covid, il bollettino del 5 gennaio: ...
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