Covid, così cambia il pranzo di Natale. "Ma ad amici e parenti non chiedete il tampone"

L'esperta di galateo: "Per buona educazione 60 centimetri a testa". Al ristorante previsti 500mila clienti in meno

La variante Omicron e la nuova stretta sanitaria sui viaggi decisa dal governo - in vigore da ieri 15 dicembre - non colpirà solo il turismo delle festività ma anche pranzi e cene fuori casa. Sebbene con un impatto inferiore a quella che tour operator e albergatori hanno definito "una mazzata", il super Green pass (con il divieto ai non vaccinati alle consumazioni al tavolo nei locali al chiuso) insieme con la stretta sull’arrivo degli stranieri, dalla montagna alle città d’arte, farà perdere al settore della ristorazione 1,7 miliardi a dicembre con un calo dei ricavi del 20% dagli 8,8 dello stesso periodo del 2019 a 7,1.

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In particolare, spiega Luciano Sbraga, vice dg e direttore dell’ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, degli 1,7 miliardi persi, 1,1 sarà causato dalle conseguenze della situazione economica e sanitaria, con gli italiani che, per un motivo (meno reddito) e l’altro (timore dei contagi) escono meno per cene, pranzi, caffè o aperitivi e per la cancellazioni di molti eventi aziendali, mentre 500-600 milioni sono imputabili alle nuove misure, da quelle per gli ingressi alle frontiere ai divieti ai no vax che incidono anche a mezzogiorno sulle consumazioni (in tutto 2,5 milioni) di chi lavora fuori casa.

Per Natale, la Fipe stima che nei ristoranti (il 64,1% resterà aperto, oltre 76mila) sono attesi 500mila clienti in meno rispetto a due anni fa e gli italiani che passeranno il Natale fuori casa saranno 4,4 milioni. "Le prime disdette iniziano ad arrivare anche se sono ancora poche", aggiunge Sbraga. Secondo il sondaggio di Fipe solo il 4,4% degli imprenditori segnala per ora passi indietro da parte degli avventori. Per 6 ristoratori su dieci le aspettative sono positive o molto positive, a fronte di un 30% di gestori che vede un Natale in chiaroscuro.

Il 48,1% dei ristoratori intervistati prevede però un impatto significativo delle misure anti-Covid sul totale delle prenotazioni. Il caro materie prime ed energia farà aumentare il prezzo medio dei menù delle feste dai 56 euro del 2019 a 60 per un controvalore complessivo di 266 milioni rispetto ai 275 di due anni fa. Nel 13,7% dei locali però si potranno spendere meno di 40 euro, nel 42,7% dei casi il conto oscillerà tra i 40 e i 60 euro, mentre nel 43,6% dei ristoranti si supereranno i 60. E a farla da padrone, anche quest’anno, saranno i menù a prezzo fisso: formula scelta dal 78,8% dei gestori, con il 44,7% che ha deciso di includere anche le bevande, mentre il 34,1% ha preferito escluderle.

Se 4,4 milioni di italiani festeggeranno il Natale al ristorante, la maggior parte lo farà tra le pareti domestiche con una spesa media per i prodotti alimentari (95% made in Italy) di 113 euro. Ma se persino la regina Elisabetta ha cancellato, causa-Covid, il tradizionale pranzo di Natale con i membri della famiglia reale allargata che si doveva tenere la prossima settimana al castello di Windsor, il fattore Omicron peserà anche su cenoni della vigilia e pranzi di Natale degli italiani. Tanto che, rileva un’indagine Coldiretti/Ixé quasi 8 su 10 non inviteranno a casa o faranno visita a persone non vaccinate durante le feste di Natale. Il 21%, invece, non si farà condizionare dalla paura dei contagi ed è disponibile a passare le feste con no vax, specie se sono parenti.

La paura condiziona ancora la voglia di un ritorno alla socialità delle feste, testimoniata dal fatto che la media di persone a tavola quest’anno sarà di sette, rispetto a meno di quattro del Natale 2020 e comunque inferiore alla media di 9 registrato nel 2019 prima della pandemia. Ma come dobbiamo regolarci con parenti e amici durante i pranzi al tempo di Omicron? "Chiedere Green pass o tamponi, oltre che non essere previsto per cene e pranzi in casa, sarebbe da maleducati", risponde Barbara Ronchi della Rocca, esperta di bon ton. Del resto, aggiunge, già il galateo prevede 60 centimetri a testa a tavola, e quindi di fatto il distanziamento. In più, conclude "si può rispettare la sicurezza sanitaria con un tocco di allegria, usando le mascherine prima di accomodarsi a tavola e per servire i cibi e aprendo ogni tanto le finestre, fornendo agli ospiti golfini e sciarpe per non soffrire il freddo!".