Covid: i sintomi nascosti di Omicron. L'insonnia e l'epidemia parallela

Così le varianti del Coronavirus generano disturbi del sonno

Insonnia e Long-Covid, un motivo grave di preoccupazione. Le notti in bianco, gli incubi, la difficoltà ad addormentarsi, i risvegli improvvisi, sembra che stia dilagando una epidemia parallela, un disturbo della sfera cognitiva, con conseguenze sulla naturale altalena tra sonno veglia, come conseguenza della pandemia da Covid-19. Ma cos’è esattamente l’insonnia? In che modo le varianti del virus Sars-Cov2, come Omicron, avrebbero un'azione lesiva sul sistema nervoso? E ancora, l'insonnia è un problema transitorio superabile o una malattia vera e propria che si trascina e dalla quale diventa quasi impossibile separarsi? Esistono dei rimedi per ritrovare l'armonia naturale tra il giorno e la notte? Detto brutalmente, il Covid ha prodotto insonnia per azione diretta sulle strutture anatomiche, per azione indiretta sul sistema immunitario, mentre lo stress provocato dalle misure hanno aggravato il fardello di pensieri, contribuendo ad acuire i disturbi del sonno.

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Sommario

I nuovi sintomi di Omicron

Se l'insonnia è un aspetto forse ancora inesplorato tra i nuovi effetti di Omicron 4 e 5, da settimane ormai conosciamo quali sono i sintomi che contraddistinguono le ultime varianti del virus. Meno colpi di tosse, ma più naso che cola; meno febbre, ma più spossatezza. E poi ancora vertigini, dolore allo stomaco e all'addome, male all'orecchio.

Cosa dice l'esperto

“La difficoltà a prendere sonno – ha osservato Luigi Ferini-Strambi, ordinario di Neurologia all'Università Vita-Salute di Milano, direttore Centro di Medicina del Sonno IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano - è sicuramente la situazione più frequente (circa il 44% dei casi) secondo un recente studio internazionale sulla prevalenza dell’insonnia nella popolazione generale. Per fare diagnosi di disturbo da insonnia occorre anche la presenza di ripercussioni negative durante il giorno sia a livello sociale, sia lavorativo o scolastico. Questo dato è fondamentale anche per non definire in maniera errata come insonne un soggetto breve dormitore, quest'ultimo pur avendo un ridotto tempo di sonno, presenta un buon funzionamento diurno”. Nella classificazione dei disturbi del sonno ICSD-3, è anche specificato un criterio quantitativo: nel disturbo da insonnia cronico la difficoltà del sonno deve verificarsi almeno 3 volte a settimana e persistere per almeno 3 mesi.

Paura e solitudine accompagnano le giornate di migliaia di persone costrette in isolamento causa reinfezioni. Vedremo che non è facile uscire dai disturbi del sonno, tra chi ricorre agli ipnotici, chi cambia materasso e cuscino, chi si rivolge all'automedicazione in farmacia, chi ricorre nella psicoterapia cognitivo comportamentale, c'è chi prende valeriana, camomilla o melatonina in maniera discontinua (con risultati altalenanti) e vedremo che sono state messe a punto delle app per android per favorire la presa di consapevolezza, attraverso il monitoraggio, in modo da minimizzare un disturbo disfunzionale del sonno agevolando un programma di riabilitazione. Di certo sappiamo che in questi mesi i centri ospedalieri e ambulatoriali di medicina del sonno (circa cinquanta presidi in Italia) sono stati letteralmente assediati di richieste di consulenza.

Rischio burnout

Dal Consiglio nazionale ordine degli psicologi viene il dato secondo cui il 42,2% della popolazione ha lamentato in questi mesi disturbi del sonno e il 17,4% riporta come conseguenza una insonnia moderata o grave. L'ansia e l'insicurezza economica acuiscono il disagio. Le restrizioni, e le forti limitazioni nelle relazioni interpersonali, hanno moltiplicato le occasioni di burnout, ovvero l’esaurimento psicofisico. “Questo fenomeno – ha dichiarato Piero Barbanti, professore di neurologia all’Università San Raffaele di Roma - ha provocato l’aumento di sintomi come insonnia, in alcuni casi per contrastare la depressione i soggetti adulti colpiti si sono rifugiati nell’abuso di alcol e caffè”. Caffeina, nicotina, taurina e altri stimolanti presi la sera a scopo antidepressivo, per tirarsi su di morale, uniti agli stimoli luminosi protratti, innescano il corto circuito, e le persone si ritrovano notti insonni e risvegli problematici, con sonnolenza proprio quando dovrebbero essere svegli, lucidi sul posto di lavoro. Anche anziani, bambini e adolescenti hanno vissuto momenti di stress causa pandemia. Le reazioni includono irritabilità, impulsività, irrequietezza, nervosismo, disturbi del sonno e della condotta alimentare.

Così il Covid agisce sull'insonnia

Gli infettivologi, e gli epidemiologi, raccomandano di continuare a proteggersi da virus e batteri, limitando le occasioni di reinfezione, evitando di permanere a lungo in luoghi affollati con aria viziata, perché anche giovani adulti trivaccinati sviluppano Covid con sintomi pesanti, nebbia cognitiva, confusione e stanchezza cronica che si ripercuotono pesantemente nelle ore del riposo. Consideriamo che durante il sonno il nostro organismo mette in atto processi di riparazione del Dna di vitale importanza. Un'altra informazione cruciale riguarda il ruolo del neuropeptide orexina, implicato nel meccanismo di alternanza sonno/veglia, la sua iperattivazione potrebbe spiegare quando e perché si fatica a prendere sonno o ci si sveglia troppo presto, facendo fatica poi a riaddormentarsi.

Spiegare cos’è l’insonnia e come si ripercuote nell'arco delle 24 ore, illustrare quali sono i meccanismi fisiopatologici che determinano l’insonnia, approfondire il punto sullo stato della ricerca ed evidenziare l’impatto sulla nostra vita sono stati gli obiettivi del Corso di formazione Idorsia per giornalisti laici e redattori medico scientifici, promosso dal master dell'Università di Roma, La Sapienza. Ne parleremo anche sulla sezione weekend, QN Salute, questa domenica sui quotidiani in edicola, cui seguiranno altri approfondimenti online.

Le patologie associate

L’insonnia è spesso associata ad altre patologie quali diabete, alterazioni della tiroide, broncopneumopatia cronica (BPCO), apnee ostruttive da roncopatia, affezioni oncoematologiche, patologie neuropsichiatriche. I dati mostrano che nel 20 – 40% dei casi i disturbi del sonno si trascinano nonostante i trattamenti. “Le persone colpite da Covid in forma acuta, e quanti sperimentano nel tempo il Long-Covid, riportano sintomi neurologici come stanchezza, nebbia nella testa, disturbi di concentrazione e della memoria, disturbi del sonno (insonnia ed ipersonnia), dolori muscolari e articolari, sintomi simil influenzali e che spesso hanno una sintomatologia simile alla Sindrome da Fatica Cronica come annunciato per primo da Anthony Fauci negli Stati Uniti. “Anche dopo il vaccino – ha scritto il professor Umberto Tirelli, direttore scientifico sanitario della Clinica Tirelli Medical di Pordenone - in alcuni pazienti, vi sono disturbi simili a quelli del Post Covid però, solitamente, di una severità inferiore ma i disturbi del sonno (insonnia ed ipersonnia), la stanchezza e i disturbi neurologici possono essere presenti”.