Covid e immunità di gregge, Bassetti: "In Italia possibile a primavera"

Effetto Omicron, il virologo: "In Gran Bretagna, tra vaccinati e contagiati, il 98% della popolazione è immune. Presto anche da noi". Sestili: "Nella prossima settimana 400mila casi al giorno"

Matteo Bassetti

Matteo Bassetti

Genova, 8 gennaio 2022 - Se il ritmo di contagi da Covid continuerà a essere così alto (toccheremo presto i 400mila casi al giorno, secondo il fisico Giorgio Sestili), a primavera raggiungeremo l'immunità di gregge. Ne è convinto il virologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, ospite oggi di 'Buongiorno Benessere'. L'esempio è la vicina Gran Bretagna che, con la grande diffusione della variante Omicron, "oggi si trova ad avere il 98% della popolazione generale che è in qualche modo protetta dal virus. Perché o ha fatto la vaccinazione o è venuta in contatto col virus, e quindi si trova in qualche modo protetta almeno dalle forme più impegnative. Diciamo che gli inglesi hanno raggiunto l'immunità di gregge, alla quale speriamo di arrivare presto anche noi". 

Bollettino Covid dell'8 gennaio 2022

Cos'è l'immunità di gregge?

Per  immunità di gregge (anche detta immunità di gruppo) si intende la capacità di una collettività di resistere a un'infezione e che si verifica quando la gran parte del gruppo ha sviluppato gli anticorpi. L'immunità dei più riduce la probabilità di contagio anche negli individui non immuni. 

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Quando in Italia?

Ma quanto presto l'Italia raggiungerà l'immunità collettiva? "Se continuiamo a crescere con ritmi di 200-250mila contagi", che indicano un numero "almeno 2-3 volte più alto, perché non dimentichiamoci che il tampone rapido ha un numero importante di falsi negativi, vuol dire che verosimilmente nella prossima primavera noi avremo oltre il 95% degli italiani che tra vaccinazioni e infezione naturale avranno raggiunto l'immunità. Io penso che con la primavera dovremmo iniziare a vedere quella luce che speriamo di vedere".

L'aumento impressionate di contagi che è avvenuto in Italia nelle ultime due settimane, "era atteso - dice Bassetti - perché è un po' quello che è avvenuto con la predominanza della variante Omicron anche in altri Paesi. Crescono molto i contagi, anche perché sono cresciuti forse troppo i tamponi eseguiti, fatti anche tante volte in maniera inappropriata". 

Bassetti sottolinea che la "pressione sugli ospedali sta crescendo, ma non in maniera esponenziale come cresce il numero di persone contagiate". Ammette tuttavia che la "situazione è molto impegnativa".

Sestili: "400mila casi al giorno"

L'attuale tempo di raddoppio di circa 7 giorni lascia prevedere circa 400.000 casi al giorno per la prossima settimana: lo spiega il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook 'Coronavirus- Dati e analisi scientifiche'. Secondo Sestili sarà impossibile tracciare i nuovi positivi, di conseguenza l'unico modo di fotografare l'epidemia sarà tramite la curva dei ricoveri.

" Attualmente l'incremento settimanale è del 114% e di conseguenza la prossima settimana i casi potranno essere circa 400.000 al giorno, ma non saremmo in grado di registrarli perché la nostra capacità di fare tamponi non arriverà a tanto", spiega meglio Sestile. Per arrivare a registrare un tale numero di casi sarebbero infatti necessari circa due milioni di test.

Quando il picco?

Alla luce di questa situazione, al momento nessuno è in grado calcolare quando arriverà il picco. "Se dovesse arrivare nella prossima settimana, sarà probabilmente perché i contagi e le persone in isolamento saranno talmente numerosi che la curva comincerà a scendere, come è successo in Sudafrica", ha detto Sestili. 

Pregliasco e Crisanti: no lockdown totale

Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, parla oggi dei possibili 'antidoti' alla crescita esponenziale dei contagi: Se "una riedizione del lockdown totale del 2020 non è sostenibile", sono necessarie però "misure chirurgiche": "Abbiamo una sfida davanti che sarà la riapertura delle scuole e serve uno sforzo corale di tutti, istituzioni e famiglie". Dello stesso parere il collega Andrea Crisanti: "Non ci sono gli elementi" per un nuovo lockdown duro. Ma "chiederei una ragionevole rivisitazione o aggiornamento delle regole. Io oggi sono a Roma e ho visto scene apocalittiche, tanta folla nei ristoranti". 

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