Crollo Marmolada: "Persone nei crepacci: potremmo non ritrovare dei corpi"

Stefano Coter, capo del soccorso alpino di Canazei: "Quello che è successo era imprevedibile. Io per primo che faccio soccorso alpino da trent'anni non avrei mai pensato una cosa del genere"

Passo Fedaia, 5 luglio 2022 - Stefano Coter, 55 anni, capo del soccorso alpino di Canazei, è tornato qui ai piedi della Marmolada. E' già iniziata un'altra giornata di lavoro per le squadre di ricerca.

Marmolada e non solo: i ghiacciai italiani visti dal satellite. Il confronto è impietoso

Marmolada, lei sopravvive e lui no. "Ti amo Tommaso. Sempre e per sempre"

Crollo della Marmolada: il secondo giorno di ricerche dei dispersi

Nell'ultimo tragico aggiornamento sotto il ghiaccio sono rimaste 13 persone. E' possibile che qualcuno non si trovi più, come i soldati della Grande guerra?

"Sì, purtroppo questo è possibile. Sappiamo benissimo che ci sono dei crepacci, questi crepacci erano al di sotto di dove passavano le cordate che fanno la via normale. E se la valanga ha portato queste persone all'interno del crepaccio, potremmo non ritrovare più i corpi. Perché il crepaccio è stato poi ricoperto da tutto il materiale che è sceso".

Come si riesce a spiegare, a fare accettare una cosa del genere a una famiglia?

"Una spiegazione non si può dare. Una cosa del genere la può capire soltanto chi vive e chi ama la montagna".

Gli uomini di montagna non vogliono sentire sul disastro della Marmolada tre parole: imprudenza, negligenza, disastro annunciato.

"Quello che è successo era imprevedibile. Io per primo che faccio soccorso alpino da trent'anni non avrei mai pensato una cosa del genere. Non c'è imprudenza da parte di nessuno. Erano tutte persone esperte di montagna, erano legati, avevano i ramponi. Non hanno sbagliato niente. O meglio, l'unico sbaglio che hanno fatto è stato quello di andare quel giorno lì a quell'ora lì".

Ieri il governatore Zaia ha dichiarato che si dovranno rivedere le regole, a partire proprio dagli orari. Con queste temperature non possiamo comportarci come facevamo in passato.

"Non darei nessuna colpa. Sicuramente sarebbe meglio andare in montagna prima la mattina".

Con 10 gradi sulla vetta, quelli registrati sabato, c'è chi dice che a mezzogiorno bisognerebbe essere fuori dal ghiacciaio. È d'accordo?

"Sì, a mezzogiorno bisognerebbe essere alla macchina".

Il distacco è stato alle 13.45.

"Ci sta però che a quell'ora gli alpinisti stiano scendendo. Non abbiamo più una funivia. E una persona di media preparazione impiega due ore per la discesa. Chiaramente dovremo rivedere gli orari. Se prima partivamo alle 7, adesso dovremo farlo alle 5".

Il ghiacciaio è chiuso. Pensa che rimarrà così per tutta l'estate?

"No, non credo, potremmo sicuramente riaprirne una parte. Quando? Non le so rispondere. Questa è una domanda da fare ai politici".