Dall’uso dei feti umani al grafene. Tutte le bufale sui vaccini

Fact checking sulle assurdità in cui cadono anche i cattolici ultra tradizionalisti. Ampiamente smentita la teoria secondo cui certi sieri provocano l’autismo

Fake news parascientifiche. Disinformazione (dal russo “dezinformatzija“ creato nel 1923 dal precursore del Kgb) che usa frammenti di verità e li manipola per trarre in inganno e far guadagnare consensi alle tesi antivacciniste. Tralasciando le ridicole teorie sui microchip iniettati e sulle influenze extraterrestri, tra le fake news più insidiose c’è quella che parla dell’uso di cellule provenienti da feti umani per produrre alcuni vaccini. I vaccini a cui si fa riferimento sono quelli contro la rosolia, la varicella, la poliomielite e l’epatite A. Ci sono infatti virus, come quello della rosolia, che colpiscono esclusivamente esseri umani e per cui ogni tentativo di farli crescere su altre cellule è fallito. Si ricorre in questo caso a linee cellulari umane usate comunemente nei laboratori, che per riprodursi praticamente all’infinito devono essere di origine embrionale.

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La teoria che vuole stabilire il nesso vaccini=aborto ha avuto una discreta eco negli ambienti cattolici più tradizionalisti e non ha caso ad essa ha risposto con una nota, nel 2017, la Pontifica Accademia per la Vita. "Nel passato – osserva l’accademia vaticana – i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali. Oggi non è più necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari". "Le linee cellulari attualmente utilizzate – osserva il Vaticano – sono molto distanti dagli aborti originali e non implicano più quel legame di cooperazione morale indispensabile per una valutazione eticamente negativa del loro utilizzo. Il “male” in senso morale sta nelle azioni, non nelle cose o nella materia in quanto tali". E quindi, conclude, "riteniamo che si possano applicare tutte le vaccinazioni clinicamente consigliate con coscienza sicura che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione all’aborto volontario". Il concetto è stato ribadito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel dicembre 2020. "La nota costituisce il rovesciamento di quanto sempre sostenuto dalla Chiesa e un vero disastro per la difesa della vita", hanno replicato siti ultracattolici.

E poi c’è il grafene. Un sito di disinformazione spagnolo utilizzò, distorcendone il senso, uno studio di Mattia Bramini, ricercatore e docente all’università spagnola di Granada che si è occupati di nanomateriali. Il sito spagnolo voleva teorizzare un piano mondiale di controllo delle menti attraverso il grafene. La tesi è che il grafene presente nei vaccini contro il SARS-CoV-2 (presenza in realtà inesistente) possa raggiungere il cervello: il grafene non sarebbe nient’altro che “l’antenna” con la quale chi controlla il 5G potrà controllare anche le menti dei vaccinati. Secca la risposta del professor Mattia Bramini: "La storia del grafene nei vaccini è assurda. Il mio lavoro non parla di vaccini".

Smentita anche la presunta tesi lanciata nel 1998 secondo la quale vaccinarsi contro morbillo, parotite e rosolia fa venire l’autismo. Tesi confutata da decine di studi. "Dai numerosi studi effettuati – sottolineaa il ministero della Sanità – non emerge alcuna correlazione tra il vaccino MPR e l’autismo. Lo studio che riportava il legame è stato dimostrato fraudolento e l’autore è stato radiato dall’albo dei medici del Regno Unito". Stesso discorso per la presunta presenza di metalli pesanti nei vaccini. Niente di provato. Ma l’importante, come sempre nella disinformazione, è instillare il dubbio. Qualcuno ci cascherà.