Fake news parascientifiche. Disinformazione (dal russo “dezinformatzija“ creato nel 1923 dal precursore del Kgb) che usa frammenti di verità e li manipola per trarre in inganno e far guadagnare consensi alle tesi antivacciniste. Tralasciando le ridicole teorie sui microchip iniettati e sulle influenze extraterrestri, tra le fake news più insidiose c’è quella che parla dell’uso di cellule provenienti da feti umani per produrre alcuni vaccini. I vaccini a cui si fa riferimento sono quelli contro la rosolia, la varicella, la poliomielite e l’epatite A. Ci sono infatti virus, come quello della rosolia, che colpiscono esclusivamente esseri umani e per cui ogni tentativo di farli crescere su altre cellule è fallito. Si ricorre in questo caso a linee cellulari umane usate comunemente nei laboratori, che per riprodursi praticamente all’infinito devono essere di origine embrionale.
Bollettino Covid oggi in Italia: i dati dell'11 febbraio. Contagi, ricoveri e morti
Covid, immunità innata grazie alla molecola MBL. "Vede anche l'Omicron"
Il figlio deve operarsi. "Dategli sangue no vax"
La teoria che vuole stabilire il nesso vaccini=aborto ha avuto una discreta eco negli ambienti cattolici più tradizionalisti e non ha caso ad essa ha risposto con una nota, nel 2017, la Pontifica Accademia per la Vita. "Nel passato – osserva l’accademia vaticana – i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali. Oggi non è più necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari". "Le linee cellulari attualmente utilizzate – osserva il Vaticano – sono molto distanti dagli aborti originali e non implicano più quel legame di cooperazione morale indispensabile per una valutazione eticamente negativa del loro utilizzo. Il “male” in senso morale sta nelle azioni, non nelle cose o nella materia in quanto tali". E quindi, conclude, "riteniamo che si possano applicare tutte le vaccinazioni clinicamente consigliate con coscienza sicura che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione all’aborto volontario". Il concetto è stato ribadito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel dicembre 2020. "La nota costituisce il rovesciamento di quanto sempre sostenuto dalla Chiesa e un vero disastro per la difesa della vita", hanno replicato siti ultracattolici.
E poi c’è il grafene. Un sito di disinformazione spagnolo utilizzò, distorcendone il senso, uno studio di Mattia Bramini, ricercatore e docente all’università spagnola di Granada che si è occupati di nanomateriali. Il sito spagnolo voleva teorizzare un piano mondiale di controllo delle menti attraverso il grafene. La tesi è che il grafene presente nei vaccini contro il SARS-CoV-2 (presenza in realtà inesistente) possa raggiungere il cervello: il grafene non sarebbe nient’altro che “l’antenna” con la quale chi controlla il 5G potrà controllare anche le menti dei vaccinati. Secca la risposta del professor Mattia Bramini: "La storia del grafene nei vaccini è assurda. Il mio lavoro non parla di vaccini".
Smentita anche la presunta tesi lanciata nel 1998 secondo la quale vaccinarsi contro morbillo, parotite e rosolia fa venire l’autismo. Tesi confutata da decine di studi. "Dai numerosi studi effettuati – sottolineaa il ministero della Sanità – non emerge alcuna correlazione tra il vaccino MPR e l’autismo. Lo studio che riportava il legame è stato dimostrato fraudolento e l’autore è stato radiato dall’albo dei medici del Regno Unito". Stesso discorso per la presunta presenza di metalli pesanti nei vaccini. Niente di provato. Ma l’importante, come sempre nella disinformazione, è instillare il dubbio. Qualcuno ci cascherà.