Covid, immunità innata grazie alla molecola MBL. "Vede anche l'Omicron"

Un antenato degli anticorpi, Mannose Binding Lectin, si lega alla proteina Spike del virus e lo blocca

Covid (Ansa)

Covid (Ansa)

Roma, 7 febbraio 2022 - L'immunità innata è favorita nell'opporsi al Covid dall'azione antivirale di un antenato degli anticorpi: la molecola MBL, che resiste al virus e alla viariante Omicron. Il direttore scientifico di Humanitas e Professore Emerito di Humanitas University, Alberto Mantovani, ospite di Che tempo che fa su Rai3, ha spiegato: "L'immunità innata è la nostra prima linea di difesa, è molto complicata, ci sono ad esempio delle cellule che mangiano e poi ci sono degli antenati degli anticorpi. L'immunità innata gestisce la maggior parte dei nostri problemi senza che ce ne accorgiamo, quando incontriamo dei malfattori o dobbiamo riparare un tessuto".

Covid oggi in Italia, bollettino del 12 febbraio: contagi, morti e ricoveri delle regioni

Vaccini, le reazioni avverse: i dati dell'Aifa

Immuni naturali e casi gravi. "Nei geni il segreto"

Immunità innata: cos'è e come funziona il meccanismo

Approfondisci:

Green pass, mascherine e quarantena: le nuove regole Covid e cosa cambierà a breve

Green pass, mascherine e quarantena: le nuove regole Covid e cosa cambierà a breve

Sommario

Covid, trovata sulla proteina Spike la base per vaccino universale: cos'è l'epitopo

Novavax, Magrini (Aifa): "Arriverà in Italia il 24 febbraio"

Bollettino Covid del 9 febbraio

Uno scudo contro il Covid

L'immunità innata risolve il 90% dei problemi causati dal contatto con batteri e virus, così  "a inizio della pandemia- ha ricordato Mantovani - abbiamo deciso di studiare i meccanismi dell'immunità innata rispetto al Covid-19 e abbiamo scoperto che in particolare un antenato degli anticorpi che si chiama MBL (Mannose Binding Lectin) riconosce Covid-19 e ha un'attività antivirale. Nel caso della variante Omicron, la prima linea di difesa, in particolare questa molecola, tiene. Abbiamo fatto questa scoperta grazie a donazioni che abbiamo avuto fin dal primo minuto, quindi due anni fa, e a una collaborazione nel Paese e a livello internazionale".

Immunità in qualcuno, non in tutti

L'immunità innata precede e si accompagna l'immunità adattativa, la linea di difesa più specifica, degli anticorpi e delle cellule T, che viene potenziata con i vaccini. Ora bisogna stabilire da cosa dipende e come usare le scoperte di MBL, Mantovani: "La domanda che ci poniamo è: perché in alcuni funziona e in altri no? Non tutti si ammalano e non tutti si ammalano in forma grave. Ci sono fattori che lo determinano: l'età, lo stile di vita, fumare o non fumare, essere in sovrappeso, e poi c'è una componente genetica. Chi ha varianti sfavorevoli di MBL è più a rischio di avere la malattia grave. L'immunità innata è fondamentale anche per il cancro. Stiamo lavorando su MBL e una prima linea è utilizzarlo come diagnostico per dare al paziente nella fase giusta di malattia l'approccio terapeutico corretto. L'altro percorso che stiamo facendo è ottimizzare questa molecola e un percorso per utilizzarla come un antenato terapeutico". 

La scoperta

La scoperta è stata pubblicata su Nature Immunology da Matteo Stravalaci, ricercatore di Humanitas, e Isabel Pagani, ricercatrice dell'Irccs Ospedale San Raffaele e da un team di scienziati coordinati da Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e professore emerito Humanitas University, Cecilia Garlanda ricercatrice e docente di Humanitas University ed Elisa Vicenzi, responsabile dell'Unità di Ricerca in Patogenesi virale e Biosicurezza dell'Irccs Ospedale San Raffaele. Mantovani: "Anni fa abbiamo individuato alcuni geni che fanno parte di una famiglia di antenati degli anticorpi. Concentrandoci sull'interazione tra questi e Sars-CoV-2, abbiamo scoperto che una di tali molecole dell`immunità innata, chiamata Mannose Binding Lectin, si lega alla proteina Spike del virus e lo blocca. Alla comparsa di Omicron, Sarah Mapelli, ricercatrice bio-informatica di Humanitas, ha esteso subito l'analisi sulla struttura della proteina in collaborazione con il gruppo di Bellinzona, scoprendo che MBL è in grado di vedere e riconoscere anche Omicron, oltre alle varianti classiche del virus come Delta".  

L'analisi genetica

La professoressa Cecilia Garlanda sta cercando la risposta nei geni: "È risultato che variazioni genetiche di Mbl sono associate a gravità di malattia da Covid-19. Ora si tratterà di valutare se questa molecola può fungere da biomarcatore per orientare le scelte dei medici di fronte a manifestazioni così diverse e mutevoli della malattia".