Covid, quanti morti? Il bollettino è falsato

Gli elementi che inquinano le statistiche

Un reparto Covid (Ansa)

Un reparto Covid (Ansa)

I decessi di persone positive al Covid ci saranno per molto tempo, nonostante calino i casi e gli ingressi in ospedale. Spesso, però, nel bollettino vengono considerati come ricoveri Covid anche persone che entrano in ospedale per problemi al cuore, ictus, una frattura o per fare un intervento chirurgico e risultano positivi al tampone. Questi pazienti se e quando muoiono vengono classificate come decessi Covid. "Dovrebbe esserci una commissione di inchiesta medica che vada a valutare su mille casi di morti Covid quanti di questi sono realmente collegati al virus, nel senso che ha avuto un effetto rilevante nella morte, e quanti sono legati ad altro e il patogeno è una concausa. Il bollettino è falsato in questo modo, tutti i pazienti vengono messi nello stesso calderone. La Liguria sta già differenziando", tuona il direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

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I decessi sono legati al picco di contagi?

Sì, le morti con Covid sono ciclicamente diminuite (senza mai azzerarsi però) circa 15 giorni dopo il raggiungimento del picco di contagi giornalieri. Si tratta di un andamento fisiologico della curva sinergica tra nuovi casi positivi e morti con positività.

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Influisce che molti positivi non si autodenuncino?

Sicuramente è un aspetto da considerare nella situazione di monitoraggio epidemiologico. Le persone sono stanche della quarantena, soprattutto chi ha avuto sintomi lievi o nessun danno e ha dovuto sopportare un lungo isolamento.