Vaiolo delle scimmie, quali persone rischiano? Come si trasmette e categorie da vaccinare

La campagna per il personale di laboratorio e omosessuali

Vaiolo delle scimmie, partono vaccinazioni allo Spallanzani (Ansa)

Vaiolo delle scimmie, partono vaccinazioni allo Spallanzani (Ansa)

Questo virus – secondo il professore Matteo Bassetti – è già endemico: siamo a 30mila casi in 80 Paesi del mondo, che probabilmente sono una sottostima. "Molte persone colpite con forme lievi non si sono recati dal medico o all’ospedale e tante diagnosi sono state confuse con altro. Questa infezione probabilmente ha già toccato i 100mila casi nel mondo: in tre mesi è un’infezione con questi date è già endemica. Dobbiamo prepararci al confronto quotidiano con questo nuovo nemico, che non è una novità assoluta ma una forma inedita di diffusione. Il virus lo conosciamo da 40 anni, ma questa forma di trasmissione così veloce no".

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Chi ha fatto la profilassi anti vaiolo, è protetto?

L’Ema ha approvato anche il vaccino anti vaiolo umano, come difesa contro il vaiolo delle scimmie. "Ma la campagna doveva partire due mesi fa, siamo già in ritardo. L’estate sarà un grosso moltiplicatore di contagi", avverte l’infettivologo genovese. Chi ha ricevuto la vaccinazione anti vaiolo fino al 1976 ha una protezione, ma "credo che anche chi l’ha ricevuta farebbe bene a fare una dose di richiamo, se rientra nelle categorie a rischio".

Dovremmo immunizzarci tutti quanti?

"No, non penso assolutamente che il vaccino debba essere somministrato a tutti. Non è il caso ora di fare una vaccinazione di massa, ma ha senso mettere in piedi una campagna specifica sulle persone a rischio, le quali devono correre a proteggersi".

Come si diffonde questa malattia?

Il virus si diffonde per contatto diretto (molto ravvicinato), anche attraverso le goccioline del respiro. Effusioni, scambio di baci, abbracci, rapporti sessuali, lesioni corporee: ecco come si può trasmettere il virus. "In estate c’è una maggiore propensione ai rapporti sessuali. E in questo caso sappiamo che i comportamenti intimi a rischio sono quelli omo e bisessuali, quindi la vaccinazione va indirizzata a questi individui – soprattutto giovani e maschi. Senza avere paura di essere omofobici, perché quando si fa una campagna di vaccinazione non si può pensare agli aspetti sociali, etici o politici. L’importante è fermare la diffusione dell’infezione messa nel mirino".