Così serviranno anni per vaccinare tutti. Siamo in una palude (e uscirne è difficile)

Arrivate un terzo delle dosi. AstraZeneca taglia ancora e Moderna dimezza. Nel mirino l’Ue, che si è concentrata solo sul prezzo

Le vaccinazioni in Italia

Le vaccinazioni in Italia

Di questo passo non finiremo certamente le vaccinazioni entro il 2021 e dovremo proseguire nel 2022. Di quanto, dipenderà dalle dosi che avremo e dall’impatto delle varianti. E a oggi – dopo i ripetuti ritardi e itagli alla produzione decisi dai produttori – nessuno può dirlo. Sinora le dosi somministrate in Italia sono 3.408.682, i vaccinati con due dosi 1.325.543. Veleggiamo nella modesta media europea: siamo al 5,52% contro il 5,63% Ue con la Danimarca al 7,7%, la Spagna al 5.93%, la Germania al 5,69%, ma il Belgio al 5,31%, la Francia al 4.97% e l’Olanda al 3,98% .

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POCHE DOSI

Il problema numero uno è proprio che ci sono poche dosi, un terzo del previsto. Questo è frutto del fatto che l’Ue che si è concentrata sul prezzo dei vaccini mentre altri paesi pagavano molto di più ricevendo consegne più puntuali e ha firmato contratti senza penali degne di questo nome e ha evitato di imporre alle aziende produttrici di condividere obbligatoriamente il brevetto per moltiplicare la produzione, lasciando al mercato la soluzione. Terzo elemento chiave il fatto che ogni Regione, in un sistema come il nostro che gli affida la responsabilità della gestione della salute, sta gestendo per conto suo le vaccinazioni. In qualche caso con successo, in altri con ritardi che stanno emergendo in particolare ora che si sta pianificando la vaccinazione degli over 80.

L’ UE CORRE AI RIPARI

Il commissario europeo all’Industria e Mercato Interno Thierry Breton ha contattato martedì scorso il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri per identificare aziende farmaceutiche italiane che abbiano le caratteristiche e le capacità adatte ad aumentare la produzione di vaccini anti Covid sul territorio europeo. Secondo Bruxelles le strozzature nella produzione su larga scala dei vaccini possono essere superate solo lavorando con l’industria e incoraggiando la tendenza, già presente nel mercato, a consorziarsi per produrre più vaccini: la francese Sanofi ha stretto un accordo per produrre 125 milioni di dosi del vaccino di Pfizer-BionTech e il colosso tedesco Bayer ha siglato un’intesa con la biotech di Tubinga CureVac per produrre il vaccino di quest’ultima. Proprio un problema nella produzione (pare un insufficiente tasso di riproduzione dell’adenovirus su cui si basa il vaccino nello stabilimento di HénogenNovasep di Seneffe, in Belgio) sarebbe stato all’origine del taglio delle forniture che la multinazionale anglosvedese AstraZeneca ha operato sulle consegne di dosi all’Ue previste nel primo trimestre, dimezzate da 80 a 40 milioni.

RITARDI NELLE CONSEGNE

Al 17 febbraio (aggiornamento ore 15) sono state consegnate alle Regioni 4,07 milioni dosi di vaccino, il 31,8% dei 12,8 milioni attesi per il primo trimestre 2021. È quanto evidenzia il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 10-16 febbraio 2021. In dettaglio: PfizerBioNTech: 3.288.870 dosi pari al 44,7% di quelle previste (7,3 milioni), Moderna: 244.600 dosi pari al 18,4% di quelle previste (1,3 milioni). AstraZeneca: 542.400 dosi pari al 13% di quelle previste (4,2 milioni). Il gap è enorme.

Questa settimana AstraZeneca aveva comunicato che avrebbe consegnato 566mila dosi, invece – la notizia è di ieri – ne ha consegnate 506mila: si tratta di 60mila dosi in meno, un taglio del 10,6%. L’americana Moderna a febbraio consegnerà in Italia 248mila dosi di vaccino invece delle 488mila previste, praticamente dimezzando le quantità previste.

MERCATO PARALLELO

Le regioni – Veneto su tutte – si sono attivate e hanno trovato intermediari che promettono milioni di dosi sul mercato parallelo, ma la Ue teme truffe e sconsiglia gli acquisti. Le procure di Perugia, Roma e Milano hanno avviato tre procedimenti per cercare di delineare il contesto di queste iniziative e soprattutto verificare se esista una sorta di sistema illecito messo in atto per tentare di frodare le amministrazioni locali e la struttura commissariale.

OVER 80 IN TOSCANA

La Toscana ha scelto di vaccinare i 312mila suoi over 80 utilizzando i medici di famiglia. Nella prima settimana i 2.162 medici che hanno accettato avranno solo 6 dosi a testa, da quella successiva 12, per un totale di 32mila a settimana. Di questo passo la prima dose sarebbe completata entro il 2 maggio, la seconda entro il 4 luglio. L’assessore Simone Bezzini ha detto che l’obiettivo è "vaccinare tutti gli over 80 entro la primavera". Che, però, finisce il 21 giugno.

LOMBARDIA

I 726mila lombardi over 80 saranno vaccinati in tre mesi e mezzo. Da giovedì 18 febbraio 18.000 somministrazioni; dal 22 febbraio 54.000; dal 1 marzo, 108.000; dall’8 marzo 138.00; dal 15 marzo, 138.000; dal 22 marzo, 138.000; dal 29 marzo, 132.000. Entro il 3 aprile – 7 settimane – dovrebbe essere completata la prima dose. La seconda dose dovrebbe essere terminata entro il 2 giugno.

EMILIA ROMAGNA

In regione ci sono 368.300 over 80. Da 2 settimane è iniziata la vaccinazione dei 60mila assisti a domicilio, martedì quella degli anziani over 85, il primo marzo quella di chi ha tra gli 80 e gli 85 anni. La Regione evita di dare un dato di previsione sulla fine della campagna, originariamente fissata a fine marzo ma che proseguirà ragionevolmente almeno fino a fine aprile se non maggio: dipenderà da quante dosi ci saranno.