Covid, anticorpi monoclonali 'alternativa' a terza dose: al via studio allo Spallanzani

L'obiettivo dell'Istituto è garantire la protezione dal contagio a persone fragili o immunodepresse

Anticorpi monoclonali

Anticorpi monoclonali

Roma, 6 settembre 2021 - Lo Spallanzani studia un'alternativa alla terza dose di vaccino a pazienti immunodepressi e fragili che prevede la somministrazione degli anticorpi monoclonali. "In questi mesi l'Istituto Spallanzani ha condotto le ricerche sulla risposta vaccinale in diverse popolazioni fragili, in persone immunodepresse per patologie gravi o in cura con terapie immunodepressive. Il nostro obiettivo, e del Paese, è quello di garantire la protezione dal contagio anche e soprattutto a queste persone. Come si può? Alcuni pensano ad una terza dose (o richiamo), noi stiamo immaginando un percorso che porti a dare una protezione con gli anticorpi monoclonali che già hanno dato dimostrazione di sé in ambito terapeutico", ha annunciato il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, al termine della riunione con il nuovo direttore scientifico a interim, Enrico Girardi, e il direttore del Dipartimento Clinico, Andrea Antinori.

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"In questi giorni abbiamo messo in cantiere un programma per favorire l'accesso a questo tipo di popolazione agli anticorpi monoclonali e abbiamo sottomesso un programma di accesso ai monoclonali alle autorità regolatorie e siamo in attesa in settimana che Aifa e il comitato etico approvino il programma - ha precisato Vaia -. Se tutto andrà a buon fine, come ci auguriamo, da lunedì cominceremo a somministrare gli anticorpi. Come sempre daremo la comunicazione degli esiti di questa innovativa e stimolante applicazione di una ricerca sul piano assistenziale". 

Cosa sono gli anticorpi monoclonali

Gli anticorpi monoclonali sono proteine create in laboratorio che hanno le stesse caratteristiche di quelle prodotte dal nostro organismo e che si legano ad un solo antigene dell’agente che si vuole combattere. Come il plasma, sono anticorpi 'esogeni' ovvero sostituiscono quelli prodotti dall'individuo stesso in seguito all'esposizione al virus o al vaccino.

Oltre 8mila curati con monoclonali in Italia

Le prescrizioni di anticorpi monoclonali contro il Covid in Italia continuano a salire. Secondo l'ultimo report del'Aifa, dal 27 agosto al 2 settembre, le prescrizioni sono state 564 contro 505 della settimana precedente (+11,7%), per un totale complessivo di 8.434 a partire dal 10 marzo, quando questi medicinali sono stati autorizzati in via emergenziale in Italia per persone particolarmente fragili con infezione recente da Sars-CoV-2 e senza sintomi gravi. Sono 199 le strutture di 21 Regioni o Province autonome che hanno prescritto queste terapie. La media giornaliera delle prescrizioni, nel periodo esaminato, è stata di 96 contro le 72,14 della settimana precedente. Fino ad oggi, la maggior parte dei pazienti trattati (3.887) ha ricevuto la combinazione dei due anticorpi bamlanivimab e etesevimab, seguita dal mix casirivimab-imdevimab (3.724), come ultimo bamlanivimab da solo (823). Dall'inizio del monitoraggio, in numeri assoluti resta il Lazio la regione con il maggiore utilizzo con 1.209 pazienti trattati, seguito dal Veneto con 1.167 pazienti e dalla Toscana con 1.123, mentre agli ultimi posti ci sono Molise e Provincia autonoma di Bolzano, rispettivamente ferme a quota 14 e 3 pazienti inseriti nel registro. Nell'ultima settimana analizzata, il numero più alto di prescrizioni è stato segnalato dalla Toscana (112, +28,7% rispetto alla settimana precedente), seguita dal Veneto (109, +17,2% ), dalla Sicilia (72, +26,3%) e dal Lazio (58, +1,8% rispetto alla settimana precedente).