A tutti i terrapiattisti di F1 qui presenti dedico la prestigiosa rubrica di Romeo Duchessa.

Di sicuro lui ne capisce più di me.

VENGO DOPO IL GP DI SPAGNA

Se non l’avete vista cercatevi sui canali social della Ferrari la foto di Alessandro Fusaro, il capo veicolo di Leclerc mentre accarezza la F1-75 ferma nel box, dopo il ritiro. Non c’è rabbia nel toccarla, piuttosto benevolenza, comprensione.

Nonostante il blackout che ha fermato il ferrarista mentre dominava in Spagna, a Maranello si crede fermamente che l’auto sia all’altezza delle aspettative. A questo punto tutti spingono per dare un segnale forte e immediato di reazione, l’opportunità c’è tra pochi giorni sotto casa di Charles, il quale francamente vanterebbe un certo credito da riscuotere.

La Ferrari di Barcellona con le parti nuove è migliorata in tutto – anche se solo tra le mani di Leclerc.
Il monegasco ama controllare l’auto in uscita di curva ed è proprio ciò che serve per sfruttare al massimo le doti della F1-75. Carlos Sainz fatica, forse sarebbe una buona idea prendersi del tempo per progredire senza ansie eccessive, senza cercare il colpo nel weekend che lo porta spesso in overdrive. Ha bisogno di migliorare nella gestione (non semplice) delle varie ‘procedure’.

Tornando agli aggiornamenti, c’è poco da dire se non che hanno funzionato! Red Bull ha portato un miglioramento di peso sulla RB18 di Verstappen, equivalente a quasi 2 decimi al giro. Tuttavia non sarebbe bastato. A parità di massimo carico la F1-75 è migliore così come a partita di basso carico lo è (ora un po’ meno di Miami) la monoposto di Newey. Motivo per cui si può pensare con fiducia a Montecarlo. Leclerc con massima ala posteriore e Drs chiuso era nettamente più veloce di tutti e alla pari di Max e Checo, entrambi erano 7/8 km/h meglio della Mercedes sul dritto.

Il circuito di Montmelò – come Silverstone e Spa – fa parte di quei tracciati ‘severi ma giusti’, ossia quelli che rivelano agli ingegneri come stanno le cose, nel bene e nel male.

Allora è evidente che guardando i dati, a Maranello possano sentirsi ottimisti perché se la prima linea di sviluppo ha funzionato non c’è motivo per cui non debbano funzionare i prossimi grandi upgrade previsto a Silverstone e Spa.

Ciò che deve essere migliorata è l’affidabilità di alcuni ‘piccoli componenti accessori che possono portare a grandi guai’. Tuttavia bisogna accettare che il recupero di potenza non poteva essere privo di costi.
La carezza del capo meccanico sembra confermare questo pensiero.

Tra Ferrari e RedBull chi ha più potenziale? Mercedes può tornare in lotta?

Come detto le due auto hanno caratteristiche quasi opposte ma sono simili nella velocità e per certi aspetti nell’utilizzo. Sia Max che Charles amano gestire il sovrasterzo e le nuove gomme Pirelli li aiutano perché rispetto al passato le posteriori non vanno facilmente in overheating. Basti pensare che al via di domenica, tutti – tranne Hamilton – sono partiti con le Soft (C3), tutto sommato senza enormi preoccupazioni nonostante ci fossero 50’c di pista.
Fin qui una lotta molto stretta tra alti e guasti.

Mercedes ha aggiornato l’auto mantenendo la sua filosofa delle pance strette, ottenendo peraltro un miglioramento sensibile, il primo settore ha mostrato che la W13 ha ridotto il porpoising e aumentato il carico nei curvoni medio-veloci. I tecnici di Brackley sono soddisfatti di aver recuperato 3 decimi sulla Red Bull (meno sulla Ferrari) che significano 5 decimi complessivi al netto del miglioramento altrui.

Tuttavia accreditare Hamilton di poter vincere in Spagna (con la Ferrari in gioco) senza il contatto con Magnussen sarebbe illusorio. Certamente è apparso più veloce di Russell, ma la posizione dopo l’incidente e la differente strategia inquinano un po’ il giudizio.
Va considerato che l’inglesino ha dovuto lottare lungamente con le Red Bull danneggiando il proprio ritmo. Lewis avrebbe potuto essere una minaccia ma di sicuro non battere Ferrari e RedBull in una corsa senza intoppi.

Le nuove auto 2022 sono ben più lente di quanto atteso dai tecnici.

Un dato consolidato che esce da Barcellona: queste auto sono più sensibili al peso, in negativo, un +20%. In qualifica sono state 2 secondi più lente dal 2021 mentre in gara una media di 4 secondi contro solo i 7 decimi di Jeddah. Ciò significa che stanno faticando oltre le attese, nonostante ali da massimo carico non riescono a generare carico a basse velocità. Ecco perché centrare il setup quest’anno sembra molto più che in passato un fatto meccanico che aerodinamico.

In definitiva il nuovo concetto aerodinamico è molto più lento di quanto ci si aspettasse dalle simulazioni (alcuni tecnici parlavano in maniera ottimistica di gap entro 1 secondo).
Questo può spiegare due cose: correlazioni non perfette in fase di progetto e margini enormi di miglioramento anche senza parti nuove. Se da un lato ci sembra di aver visto bene in Bahrain, segnalando il costante sviluppo dell’Alfa Romeo di Bottas come outsider, dall’altro non può sfuggire che Magnussen – se non avesse decapitato la sua gara – avrebbe mostrato chiaramente che una Haas, con zero novità aero a parte il fondo irrigidito, ha ancora molto da dire. Questo ci fa intuire anche come mai la Ferrari non abbia manifestato una grande frenesia nel portare tutte le novità…