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Vengo dopo il Gp, by DuchessaLeo Turrini - 22 novembre 2022

Come sempre, anche dopo la tappa finale di Abu Dhabi, ospito l’analisi tecnica del.bastone della mia vecchiaia, l’ingegnere Romeo Duchessa, detto anche Minou/Matisse/Bizet

 

Vengo dopo il Gp

L’ultimo GP dell’anno ha espresso sinteticamente i valori in campo complessivi del 2022. In parte ha anche reso giustizia a Leclerc, con il titolo di vice campione del mondo.

Il ferrarista ha battuto Perez sulla distanza, cosa non facile da pronosticare alla vigilia. La F1-75 è stata più coerente in termini di degrado. Una ragione fondamentale è quella di aver potuto mantenere basse le altezze per via del manto liscio, mentre la accentuata rigidità di cui ha parlato Binotto, non ha dato grandi problemi poiché a Yas Marina i cordoli delle chicane non sono fatti per essere aggrediti. I tecnici hanno previsto bene l’evoluzione della pista e delle temperature in fase di simulazione tra venerdì e sabato. Il lavoro fatto a Maranello ha pagato in pieno.

Condizioni tutto sommato meno svantaggiose per la Ferrari rispetto al Brasile, per non parlare del Messico. Verstappen è sembrato un pieno controllo, tuttavia Leclerc ha accusato un distacco ragionevole dal due volte campione del mondo – ben sapendo che era fuori portata – di 0.17 secondi al giro. A Maranello hanno valutato che il distacco reale sulla RedBull più veloce fosse intorno ai 2 decimi al giro. In parole povere 10 cv di potenza.

Dopo le prime libere, i tecnici hanno coraggiosamente optato per un’ala più scarica che ha in parte compensato lo svantaggio di velocità. L’errore del Messico non è stato ripetuto, la scelta è stata corretta.

Abu Dhabi rappresenta sempre un antipasto in vista del nuovo anno.

Da qui riparte la corsa al 2023. Quei 2 decimi di gap sul passo gara potrebbero non essere del tutto veritieri in senso negativo ma qualcosa hanno mostrato: un segnale positivo di ripresa nella performance in gara. Il che è stato abbastanza buono da permettere a Charles di restare consistente nella fase finale e resistere al ritorno non irresistibile di Perez.

Yas Marina è stato quasi sempre un buon terreno della Mercedes, anche 2021 Lewis fu più veloce di Verstappen. Curiosamente la W13 ha un po’ mancato la performance in gara, nonostante l’alto carico scelto. Diversamente dalla Ferrari il team di Toto Wolff ha fatto un mezzo passo indietro proprio sul finale. Hamilton ha stressato gli pneumatici ad inizio gara per tentare di aggredire le posizioni ma non ha pagato, al di là del guasto che lo ha costretto al ritiro.

Il team di Brackley a un certo punto ci ha creduto, giustamente.
La Ferrari non ha avuto un anno perfetto e spesso Russell e Hamilton ne hanno giovato, ma è giusto dire che partendo da un foglio bianco (in termini di progetto) si è guadagnata con merito la seconda posizione nel campionato costruttori dietro RedBull ma davanti alle frecce d’argento, risultato che mancava dal 2012.

È chiaro che lo step successivo è quello più difficile da raggiungere e sono passati 14 anni.

La base sembra consistente a Maranello, ora servirebbero correttivi importanti sul campo di gara. Dovrebbero arrivare, fermo restando che prima la posizione del team principal dovrebbe essere chiarita dal presidente Elkann con un rinnovato attestato di fiducia. Il team è rimasto disorientato dalle voci prepotenti, eppure ha fatto un weekend perfetto relativamente a quelle che erano le proprie forze.

Nulla può essere deciso a cuor leggero. Di certo non bastano le smentite, servirebbe essere più chiari, non tanto per i tifosi, quanto per chi sta lavorando forte alla 675, a cui Binotto – che avrà mille difetti – ha sempre coperto le spalle.