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Vengo dopo il Gp, by DuchessaLeo Turrini - 1 novembre 2022

Halloween messicano per la Ferrari.

Meglio affidarsi alla analisi del geniale ingegnere Romeo Duchessa, bastone della mia vecchiaia.

Segue testo sotto

 

Vengo dopo il GP

Il gran premio del Messico non si può dire che sia stato l’appuntamento più eccitante dell’anno, avrà offerto la tentazione allo spettatore Tv di addormentarsi.
Ben presto – quando Verstappen ha montato le gomme medie – si è capito che il suo dominio non avrebbe potuto essere insidiato neanche qui, da nessuno. Nemmeno da un ottimo Lewis Hamilton, il quale ha bruciato Russell senza sconti per provare restare in scia della Red Bull.

Come accennato qui la scorsa settimana, le caratteristiche del tracciato dei fratelli Rodríguez poteva essere una buona occasione per le Mercedes, anche più che a Austin. La strategia di gara poteva offrire qualcosa di più al sette volte campione. con meno pressione atmosferica funziona meglio in tre macro aree: il turbo non ha limitato molto il rendimento della PU (come invece è accaduto alla Ferrari), il drag ridotto, il fondo meno sollecitato aerodinamicamente dai flussi leggeri ha consentito una buona finestra di utilizzo. Condizioni del tutto particolari in cui l’auto non è affatto lunatica. Non è bastato per tornare alla vittoria, tuttavia le ultime gare stanno mostrando una luce in fondo al lungo tunnel.

Sarebbe ingenuo giudicare la F1-75 per il minuto preso in Messico. È piuttosto la curva molto altanelante e tendente al basso a destare un po’ di preoccupazione. L’auto conferma la regressione di cui abbiamo ormai più volte parlato.
La minor pressione sulle ali ha semplicemente amplificato lo scivolamento, gli effetti si sono visti a occhio nudo stavolta, le ‘scordolate’ di Leclerc e Sainz parlano da sole. È chiaro che il setup migliore non è stato centrato.

Cosa ha ingannato la Ferrari?

Pronti via, nelle prime prove libere, l’auto aveva il massimo carico a bordo e tutto sommato aveva indicato una impostazione interessante. Dopodiché i tecnici hanno provato a scaricare leggermente per allentare lo sforzo del motore in quota. Per poi ricaricare prima della qualifica un po’ alla cieca.
Binotto ha ammesso chiaramente che lato power unit si aspettavano un week end difficile, stando a quanto appreso la potenza è stata abbassata di altri 2 decimi abbondanti (rispetto ai soliti cavalli messi a riposo) per sventare possibili problemi. Ciò che è andato peggio del previsto è il bilanciamento meccanico, rivelatosi debole sulle gomme. Il team principal ci ha confermato che l’auto ha bisogno di girare più bassa possibile. Probabilmente la F1-75 è diventata la più sensibile ai cambi di temperatura e di altezza. Il che vuol dire che non si può più permettere sessioni buttate.
A due gare dalla fine, nonostante la brutta performance in Messico, Ferrari ha ancora un buon margine tecnico per presentarsi ad Interlagos e tenere il secondo posto. A questo punto è decisamente condivisibile la decisione di destinare tutte le risorse a come preparare il 2023.

Anche perché se questo era l’anno della ritrovata competitività, obiettivo raggiunto fino a un certo punto, il prossimo sarà l’anno della verità.