Certo, anche io ho pensato al famoso, anzi famigerato episodio del Ring, anno del Signore 1999.
Si’, mi riferisco alla ruota misteriosamente scomparsa. Allora come stavolta.
Ma tutto questo è folklore, Sainz non è Irvine e soprattutto nelle circostanze olandesi non si stava certo giocando un mondiale
E però parto da qui perché, con sommo dispiacere, trovo l’episodio oggettivamente deprimente
Badate bene. Ho la fortuna di conoscere le donne e gli uomini che lavorano per la Ferrari. Io so quanto sia grande la loro dedizione alla causa e so quanto siano sicuramente dispiaciuti per l’accaduto. Eppure, proprio per questo, non c’è una giustificazione.
Smarrire una ruota, o meglio ancora perdersi per strada un meccanico, è una testimonianza di sciatteria. È una dimostrazione di negligenza. Non va bene.
Perché tu puoi anche non essere il più forte in pista e certamente in questo momento la Ferrari tale non è.
Ma nel frattempo devi pretendere da te stesso di essere il migliore in tutto il resto, perché in caso contrario alla vittoria non arriverai mai
Scusate lo sfogo.
Il resto è riconducibile ad una perdita di competitività che fatico a non collegare all’introduzione della famosa direttiva 39.
Binotto nega, però qualcosa di anomalo sta capitando, anzi, è già accaduto.
Aggiungo che non è il caso di aspettarsi grandi cose a Monza.
Quali siano le difficoltà della Ferrari sui rettilinei è noto da tempo e in più, in Brianza, dovrebbe essere la classica gara da una sosta sola e con la gomma più dura sappiamo bene quali siano, non da oggi, le difficoltà della macchina affidata a Leclerc e Sainz.
Di Verstappen ribadirò che è un grandissimo e stop.
Della Mercedes dirò che è stata ovviamente rilanciata, almeno nei confronti della Ferrari, dalla direttiva 39.
Piuttosto, in Olanda gli argentati hanno usato, con Russell e con Hamilton, la famosa strategia Ferrari di Silverstone, diversificando la scelta pneumatica tra i piloti nel finale di gara.
Solo che la Mercedes a Zandvoort ha perso.
A domani per il podcast.