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Se a Leclerc non bastano due poleLeo Turrini - 29 aprile 2023

Sicuramente è una prima volta. Destinata, al massimo, ad essere imitata.
Carletto ha fatto due pole in meno di ventiquattro ore. Sul valore del Leclerc da giro secco, mi sono già espresso. Ripetutamente.
Però, come diceva Senna, tu al volante puoi essere bravo quanto vuoi, ma per vincere la gara (anche di 100 km) ti serve ‘anche’ la macchina.
In questo momento, un momento ahinoi molto lungo, la Red Bull sulla distanza ha un altro ritmo. Persino a livello di mini Race.
Così stando le cose, ci vuole un enorme sforzo di fantasia per immaginare che Leclerc possa tenere dietro i Bibitari nel Gran Premio.
Ad ogni modo, Carletto scatterà ancora dalla pole e sebbene sia un dettaglio statistico c’è la vaga speranza che il ragazzo possa stare davanti, alla fine, alle Aston Martin e alle Mercedes.
Sul format.
Massimo rispetto per Los Indignados e certamente ci sono cose (le gomme obbligate e contingentate nello shoot out).
Domanda.
Siamo, siete sicuri che chi va all’autodromo e chi guarda in tv preferisca due ore di prove libere, tra venerdì e sabato, ad una qualifica e ad una gara, per quanto breve?
Uhm…
Ps. Sul Wec di Spa, con la Ferrari di Calado e c. terza in rimonta in extremis sulla Porsche, vi lascio alla ieratica riflessione dello sciamano Emi Emi.

EMI EMI POEM

Pareva tutto perduto.
Sembrava esserlo. Eppure. Eppure il fascino del WEC è tutto qui, come per una scatola di cioccolatini di Forrest Gump. “Non sai mai cosa possa succedere”.
Insomma.
Fatico ad annoiarmi nel vedere tre categorie in lotta per le posizioni che contano fino alla fine. E ancora di più quando corri una gara come questa 6 Ore di Spa con “Saturno contro”, tra Safety che non ti aiutano e gomme fredde killer che hanno messo in difficoltà più di un pilota, con 11° nell’aria e poco di più sull’asfalto. Fuoco che urla come preda di un’isteria irripetibile sbattendo appena uscito dai box, Van der Zande che sbriciola la sua Cadillac  a Eau Rouge – Radillon.  Croanaca ordinaria. Ma qualcuno…comunque si annoia.
45 sec. recuperati in 37 minuti, quando a inizio gara si era sideralmente ultimi. Ecco cosa vale il podio Ferrari in Belgio. Finire nel giro dei vincitori, recuperando un podio apparentemente compromesso dopo la prima mezz’ora di corsa. A firma James Calado, insieme a Pier Guidi e Giovinazzi. Quasi ci scappa anche il giro più veloce nella furiosa rimonta del James ferrarista. Fai podio battendo la Porsche all’ultimo giro. All’ultima curva. Un altro spirito. La differenza più grande.
Si vede che Baku è tempo di rimembranze per le prestazioni sul giro…
Non è successo. Meno male. Scaramanticamente penso e dico.
Ma a Spa si è visto molto di più, un mese prima di Le Mans.
Calado vale Baku.
Chettelodicoaffare…
Forse adesso la noia, davvero non c’è più.