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Mameli scrisse l’inno per la ex MinardiLeo Turrini - 6 settembre 2020

“Help” (The Beatles).
Sul ponte sventola bandiera bianca (Franco Battiato).
All you need is love.
I can’t get no satisfaction.
E insomma.
Monza da impazzire.
Suona l’inno di Mameli ma non per la Ferrari. Fa un certo effetto, no?
Nulla sarà qui tolto alla straordinaria impresa della scuderia di Faenza: il bravissimo Gasly ha eguagliato il Vettel del 2008. Allora il tedesco giovanissimo vinse a Monza con la ex Minardi denominata, all’epoca, Toro Rosso. Ora è diventata Alpha Tauri, il motore è giapponese ma il cuore resta sempre romagnolo. Almeno quello. E tanti saluti a Marko, che lo boccio’ a beneficio di Albon.
Dico spesso che, senza Mercedes, questa Formula Uno sarebbe spettacolare, bellissima, eccitante. Mica stavo esagerando: quando un atto di presunzione è venuto a rovinare lo show di Hamilton, l’emozione si è impadronita di un autodromo mitico.
Solo che. Solo che qualcuno non c’era. Come la temperatura di Ulan Bator nei bollettino meteo, Ferrari non pervenuta. Con l’aggravante di un doppio ritiro che solleva perplesso sulla affidabilità stessa della Rossa. Vettel senza freni. Leclerc a schiantarsi alla Parabolica complice, sicuro, la poca aderenza. Episodi che meriteranno una attenta analisi, già oggi a Maranello.
Il problema è che una soluzione non esiste. La depressione è totale. Per chi lavora per il brand italiano più famoso nel mondo, la situazione è dolorosamente senza precedenti
Sarò chiaro, per l’ennesima volta. Non amo le rivoluzioni. La Ferrari ne ha fatte pure troppe e ha ottenuto, come risultato paradossale, di rafforzare la concorrenza. Ma c’è una via di mezzo, tra epurazioni ed immobilismo.
“Show you care”, mostra che ti sta a cuore, suggerì Tony Blair alla Regina Elisabetta quando la sovrana pareva indifferente di fronte alla emozione popolare suscitata dalla fine di Lady Diana.
Sono cose molto diverse, lo so. Ma un ferrarista, oggi, 2020, è in gramaglie e vorrebbe essere sicuro che i suoi vertici, da John Elkann in giù, condividono il lutto sportivo. Show you care, grazie. O è chiedere troppo?
Intanto, ancora complimenti all’anima italiana della ex Minardi.