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La F1 e i motori messi in frigoLeo Turrini - 10 febbraio 2021

A proposito del congelamento motori in F1 dal 2022.
Anche io, come tanti, appartengo alla generazione che ha vissuto l’epopea.
Intendo l’epoca d’oro. Le macchine ruggenti. Il boato che letteralmente faceva tremare la sala stampa quando si accendevano le macchine. I test senza limiti. I Gran Premi in cui Senna o Schumacher usavano quattro o cinque motori a week end.
Eccetera eccetera.
Rimpiango quei giorni?
Sì.
Torneranno?
No.
Non sempre la realtà è quella che vorremmo. Ad ogni livello.
Non ha molto senso ignorare il contesto, per usare una frase banale.
Posso essere più o meno d’accordo con le conseguenze di una indispensabile svolta “green”. Dico a livello filosofico, sociale, culturale, economico, come vi pare.
Supporre che la Formula Uno (l’intero Motor sport) possa sottrarsi al condizionamento, è una utopia.
Già altre volte, sommessamente, mi sono chiesto che futuro possano avere le corse nel mondo nuovo che ci si para davanti, per bello o brutto che sia (è questione di opinioni, naturalmente).
E vengo al punto.
Anche alla luce dell’impatto pandemico, ha un senso immaginare che i costruttori (pochi, troppo pochi, appena quattro, tra poco tre) coinvolti nei Gp mirino ad un ulteriore contenimento dei costi.
Questo significa mettere in frigo le power unit dal 2022. E vedere l’ipotesi solo come un favore alla Red Bull, causa addio Honda, è vagamente riduttivo (anche se ci sta, perché in parte è pure vero).
Obiezione: ma è ancora Formula Uno, questa?
Non del tutto. Non come una volta.
Domanda: può la Ferrari, che in questa sede a noi interessa, la Ferrari di Binotto e Colajanni opporsi al congelamento?
Brrrr.
Mi piacerebbe sostenere che dovrebbe farlo, in nome dei vecchi tempi citati all’inizio.
Ma dubito ci siano margini per una battaglia, come dire, di retroguardia (alla retromarcia, in termini di prestazioni, siamo ahinoi abituati).
Però, però.
Proprio poiché la nostalgia non è una strategia, se il frigo è una soluzione obbligata, beh, allora la Ferrari di B&C (c’era pure un diario scolastico con il fumetto paleolitico, se non ricordo male) dovrebbe avanzare una contro proposta.
Se dobbiamo impedire ricerca e sviluppo in nome delle compatibilità economica, allora bisogna pretendere un riequilibrio nelle prestazioni motoristiche.
A tavolino, a priori?
Esatto, perché se no l’austerità si traduce in un vantaggio permanente per chi sta davanti.
Le soluzioni si trovano. Si può dare un po’ di cipria ai regolamenti, eccetera.
Anche qui, comprendo l’irritazione di chi mi legge.
Ma è ancora Formula Uno, questa?
Non nel senso di una volta.
Ma che alternative ci sono?
Il ritorno ad un passato che non esisterà più?