custom logo
Addio all’indimenticabile LatifiLeo Turrini - 23 settembre 2022

Ohi.
Premetto che non ho alcuna intenzione di rimestare nella brodaglia di Abu Dhabi 2021.
Anche perché, a distanza di quasi un anno, trovo ancora gente che mi ferma per strada per inveire contro Michael Masi.
Pensatela come vi pare.
It’s history.
Ciò chiarito, Nick Latifi, congedato ieri dalla Williams, magari avrebbe meritato di restare negli annali della F1 per altre ragioni.
E invece.
Invece, non di rado la carriera di un personaggio pubblico è indelebilmente segnata da un episodio.
Uno solo.
Nel caso di Latifi, chi ha il culto della F1 non scorderà la sua interferenza, chiamiamola così, sull’epilogo del più bel mondiale degli ultimi vent’anni.
Fu vera infamia?
Fu vera gloria?
Boh.
In compenso, però, chi mai, salvo click sul salvifico Internet, serberà memoria di Inoue e di Nakano, di Diniz e di Tuero, di Mazzacane e di Norberto Fontana, di Lavaggi e di Montermini, di Brabham junior e di Campos e Forini, di Takagi e di Sarrazin?
E potrei continuare, perché c’ero.
Ma, legittimamente, il popolino tutto ignora, di costoro.
Di Latifi, no.
In un preciso istante, per beffarda volontà del destino, Nick cambiò la storia.
Badate che questo è un genere letterario.
E fumettaro.
I geniacci della Marvel vararono addirittura una serie.
What if?…
Cosa sarebbe accaduto se la ruota di Irvine non fosse misteriosamente scomparsa al Ring nel 1999? Come sarebbe cambiata la carriera di Vettel se nel 2018 non fosse improvvisamente caduta la pioggia su Hockenheim? Quanti mondiali avrebbe vinto Alonso senza il pit stop sbagliato di Abu Dhabi 2010?
Forse Latifi non è stato un gran driver.
Ma era una Sliding Door.
Ps. Domani, sabato, alle 16,30, all’interno della Fiera di Modena, nell’ambito della Motor Gallery, presento la fatica letteraria di Emiliano Stella Stai Tozzi, notoriamente dedicata a Chris Amon. Se siete in zona, siete tutti invitati.