Post lungo. Può darsi che sbagli io, che ancora una volta sia la mia natura da bastian contrario a spingermi. Ma nella vicenda che riguarda Paola Egonu e Davide Mazzanti, a me sembra la lotta sia ormai impari e soprattutto si sia spostata su un piano sbagliato, che non riguarda più la pallavolo o lo sport. E’ diventato qualcosa di molto diverso, ingovernabile. L’altro giorno su Sky Andrea Zorzi ha fatto il paragone con una slavina: ecco, ho l’impressione che la faccenda ormai abbia preso a rotolare in un modo che la rende ingestibile da parte di tutte le parti in causa. Egonu compresa.

Premessa. Per me Mazzanti ha sbagliato tanto, e se davvero perderà la panchina della nazionale, prima o dopo le Olimpiadi, sarà soprattutto per i suoi errori. E aggiungo che prima degli Europei pensavo che alcune sue decisioni fossero anche giuste: resto convinto che la Antropova ci farà sognare, e che fosse inevitabile lanciarla subito negli Europei. Avevo anche capito la logica delle scelte di spogliatoio: se davvero il ct pensava di avere una squadra più efficace con alcune giocatrici e senza altre che non sentiva più in sintonia, non mi sembra così scandaloso che abbia scelto il gruppo che sentiva più ‘suo’.

Il rovescio di questa medaglia, la medaglia del diritto-dovere di un ct di fare le scelte su giocatrici e assetto di squadra, è che poi se ne deve assumere la responsabilità nei fatti. Non ne faccio neanche una questione solo di vittoria o sconfitta: quelle hanno sempre un margine non governabile, perché c’è l’avversario e perché gli imprevisti fanno parte dello sport. Ma quello che sconfessa le scelte di Mazzanti è la bruttissima sconfitta nella finale per il terzo posto, per il modo e per il fatto che l’avversaria fosse inferiore. Credo che non sarebbe bastato inserire la Egonu al posto della Antropova, per scongiurarla. Ma mettendo Paola solo per qualche cambio, il ct si è definitivamente caricato sulle spalle il peso del fallimento tecnico, che non è in discussione, direi. E alcune scelte meno comprensibili, come mettersi nelle condizioni di non aver cambi per le bande dopo aver ‘regalato’ un terzo opposto in rosa, diventano ancora meno logiche se si pensa che durante l’estate la Antropova è stata provata come schiacciatrice. Quelle convocazioni avevano un senso se la russa naturalizzata fosse stata provata in quel ruolo, all’inizio dell’Europeo. Così, no, non si spiegano. Se non con la convinzione intima che la Antropova sarebbe bastata per fare a meno di Egonu, ed è una responsabilità che la ragazza appena diventata italiana non merita.

Bene, cioè male. Ma fin qui parliamo solo di pallavolo. Un allenatore ha fatto delle scelte, evidentemente sbagliate. Ora c’è il vero obiettivo stagionale, la qualificazione diretta per le Olimpiadi: quello è il vero snodo, e non c’è il tempo per correre ai ripari cambiando giocatrici. Mazzanti peraltro ha già fatto capire con le sue convocazioni di voler andare fino in fondo con questo gruppo. E’ un suo diritto. Se ce la farà, forse avrà messo una pezza al suo futuro in azzurro fino a Parigi. Forse. Se non ce la farà, penso che il cambio sarà inevitabile. Penso anche che l’Italia ai Giochi andrà comunque, col ranking a giugno.

Ma il tema di questo post è un altro, la disparità di forze in campo.

La cosa più importante da parte della Fipav, che a questo punto deve essere pronta ad intervenire in qualsiasi direzione si dimostri necessaria, è riuscire a non farsi condizionare dalla spinta…gravitazionale della galassia che ruota intorno alla Egonu.

Perché di campioni che sanno superare i confini del proprio sport ne ho visti tanti, ma nessuno con la portata social e sociale della Egonu. Non avevo neanche mai visto una federazione mondiale (in questo caso il fondo che gestisce gli eventi, Volleyball World) fare il tifo sui social per una giocatrice. Le convocazioni degli azzurri le fa Spalletti, mica la Fifa…

Ma il problema più difficile da gestire in termini puramente sportivi è il simbolo Egonu. E’ lì che la palla di neve è diventata slavina. Su questo blog ho parlato spesso della sua portata, e a scanso di equivoci non ho cambiato idea: Paola è una benedizione del cielo per tanti motivi, la sua forza comunicativa e la sua presa sul pubblico e sulle nuove generazioni è un’opportunità che nessuno deve sprecare, per arrivare ad un mondo più aperto e tollerante. Ma qui stiamo arrivando a una forma di razzismo al contrario: se ti permetti di criticare la Egonu, ormai, a dar retta ai social sei per forza razzista, omofobo, intollerante…C’è un mondo di ‘tifosi’ non pallavolistici che sta sempre e comunque per la Egonu. Per carità, ne ha tutto il diritto. Ma questo mondo pensa che lei sia infallibile e che chi si permette di non essere d’accordo è brutto e cattivo. E non le fa un favore, comportandosi così, anzi.

Ecco, al posto del presidente della Fipav Manfredi, che sarà chiamato comunque a decisioni difficili nelle prossime settimane, mi augurerei  per il bene dell’Italia pallavolistica (di questo dovrebbe importare a tutti noi, più che di Egonu e Mazzanti), di riuscire a decidere senza farmi condizionare.

Ma non lo invidio per niente.