A saperlo leggere, è un segno dei tempi anche questo. Una volta i Giochi venivano boicottati per motivi politici, accadde proprio a Mosca nel 1980 quando 66 paesi del blocco riconducibile agli Stati Uniti non andarono in Russia in segno di protesta contro l’invasione dell’Afghanistan dell’anno prima. Quattro anni dopo a Los Angeles il ‘blocco sovietico’ non si presentò, ma erano ‘solo’ 14 paesi e i Giochi furono un successo. Negli ultimi anni si è arrivati al boicottaggio parziale: a Pechino 2022, giochi invernali, gli Stati Uniti si sono inventati il boicottaggio soft, quello che ha riguardato soltanto i diplomatici della delegazione e non gli atleti, che invece si sono presentati alle gare regolarmente.

E quindi arriviamo al punto, che si potrebbe riassumere parafrasando Nanni Moretti: ma mi si noterà di più se boicotto o non boicotto?

Nel caso della Russia ai Giochi di Parigi, il discorso è un po’ diverso, perché ci sono di mezzo la guerra in Ucraina e il permesso di gareggiare concesso agli atleti, ma solo senza patria e senza bandiera. La Russia è già stata esclusa dalle qualificazioni agli Europei di calcio 2024 e l’anno scorso le sue squadre di club sono state escluse dalle competizioni europee.

Ora il ministro dello sport russo Oleg Matytsinhas ha dichiarato apertamente che la Russia non ha la minima intenzione di boicottare le Olimpiadi francesi, nonostante le restrizioni imposte agli atleti di Mosca. Il Cio ha dato il via libera agli atleti di Russia e Bielorussia, che potranno partecipare a titolo personale e neutrale, senza simboli nazionali né inni al momento delle premiazioni, e a patto che non appoggino la guerra. Il ministro dello sport ha detto alla Tass, la storica agenzia di stampa russa: “Non dobbiamo voltare le spalle, chiuderci in noi stessi, boicottare il movimento. Dobbiamo tenere aperta la possibilità di un dialogo e prendere parte alle competizioni ogni volta che sarà possibile. Vedremo quale sarà la decisione finale del Cio, ma al momento non ci risultano ulteriori restrizioni”.

Questa considerazione parte dalla possibilità che gli atleti russi e bielorussi siano esclusi anche dalla cerimonia inaugurale del 26 luglio, dopo essere stati esclusi da quella delle Paralimpiadi del 28 agosto. “E’ molto importante per i nostri atleti e per la nostra società mantenere aperto un dialogo e dare ai nostri ragazzi la possibilità di mostrare la grandezza della nostra nazione in una competizione leale”.