Se il cammino verso Milano-Cortina sembra costellato di trappole all’italiana, tra burocrazia e tifo, non è che in Francia si stiano negando le loro belle rogne, in vista dei Giochi di Parigi.

Una notizia fa sorridere, l’altra è abbastanza seria.

Partiamo dallo sciopero che mette a rischio la produzione delle medaglie per le Olimpiadi. In Francia i dipendenti della zecca, che viene chiamata la «Monnaie de Paris», hanno proclamato uno sciopero per ottenere l’aumento del salario. E siccome le medaglie olimpiche vengono coniate alla zecca, un po’ di rischio al momento c’è. «In linea generale – ha detto una fonte della Monnaie de Paris citata dall’Ansa – la produzione delle medaglie continua e siamo in linea con le previsioni di produzione». Lo sciopero riguarda al momento 50 dipendenti su 430 dipendenti. Le medaglie avranno al loro interno pezzetti ricavati dal restauro della Tour Eiffel. Ma se la trattativa per il rinnovo contrattuale non si sbloccherà, tutto è possibile.

L’altra notizia invece riguarda le candidature dei volontari che gli organizzatori hanno bocciato per motivi diversi, quasi sempre per ragioni di sicurezza. Sono 715 le persone che si erano candidate che invece sono state scartate. 10 di loro sono schedati con una lettera «S» che equivale a «rischio radicalizzazione», tutti sono stati esclusi con la motivazione «potenziale rischio». Sono numeri forniti dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. Le candidature presentate sono state 150.816, contando gli addetti al trasporto della fiamma olimpica, personale di sicurezza privato, aziende che collaboreranno. Gli analisti hanno esaminato tutti i candidati per assicurarsi che nessuno che possa rappresentare un rischio per la sicurezza, anche perché la Francia vive una «minaccia terroristica molto elevata». Nessun accreditato potrà avere un badge senza che siano noti i risultati di inchieste di sicurezza, ha spiegato ad inizio marzo Julien Dufour, il capo del servizio nazionale inchieste amministrative di sicurezza. Le inchieste riguardano ovviamente atleti, staff e 26.000 giornalisti accreditati, oltre ai 22.000 agenti di sicurezza privata e i 45.000 volontari.