Giorgia Meloni al centro con Paola Egonu, Giovanni Malagò e Andrea Abodi

 

 

La notizia la trovate spiegata benissimo qui, con tanto di video. La premier Giorgia Meloni oltre ad aver ricevuto le rappresentanze delle squadre di volley femminile che hanno disputato o disputeranno le finali delle coppe Europee (Conegliano, Milano, Chieri e Novara), ha improvvisato qualche palleggio con le ragazze presenti, dimostrando anche una buona impostazione del bagher. “Avrei voluto fare la giocatrice di pallavolo, ma ero nana“, aveva detto qualche tempo fa la presidente del consiglio.

E mi è venuta in mente una cosa.

Non ci sono sport che abbiano avuto le vetrine politiche della pallavolo, negli ultimi anni. Non mi sfugge certo il meccanismo per cui, nel momento istituzionale, entrambe le parti guadagnano visibilità, soprattutto in ambiti e su pagine di giornale e su siti sui quali di solito non finirebbero. Quindi senza retorica, le ragioni e gli interessi reciproci di marketing sono chiarissime.

Resta il fatto che il volley deve avere qualcosa in più, a livello di immagine. E non solo perché è uno sport più femminile di altri, quindi nel caso dell’incontro di oggi, più facile da far ‘giocare’ a un premier donna rispetto ad altri. E’ anche per questo, che la pallavolo è lo sport più praticato tra le ragazze. Ci giocava anche la Meloni, appunto.

Ma questo non basta a spiegare perché, solo per citare le immagini che vengono in mente a memoria, Mario Draghi una volta e il presidente Sergio Mattarella a ripetizione, abbiano accolto le squadre tra Palazzo Chigi e il Quirinale, o nel caso del Presidente della Repubblica abbiano presenziato a diverse finali di club e nazionali.

E poi c’è il film di Nanni Moretti, Habemus Papam, in cui cardinali e aspiranti papi giocano a pallavolo durante il conclave con le guardie svizzere.

Nessuna agenzia di marketing avrebbe potuto apparecchiare momenti di immagine migliori.