Volano parole pesantissime tra il Cio e il Cremlino, l’equivalente morale delle armi che la Russia sta usando nella guerra contro l’Ucraina. Ieri il Comitato olimpico mondiale ha stabilito le regole e i divieti che vincoleranno gli atleti russi e bielorussi, e anche il loro numero: saranno al massimo una sessantina di atleti tra russi e bielorussi, senza bandiera e a titolo personale ‘neutrale’.

Una decisione che ha scatenato una reazione pesantissima dal Cremlino, che ha accusato il Cio di neonazismo.

I divieti sono quelli già noti da un po’: nessuna partecipazione delle squadre, ammessi solo atleti che non hanno alcun rapporto con esercito e agenzie militari, e che non hanno espresso sostegno all’invasione dell’Ucraina. Secondo il direttore del Cio James MacLeod, gli atleti presenti dovrebbero essere 37 russi e 22 bielorussi, 12 e 7 dei quali già qualificati. A valutare l’ammissibilità degli atleti sarà una commissione composta da tre membri, tra cui  l’ex cestista spagnolo Pau Gasol in rappresentanza della commissione etica. Vietata la partecipazione alla cerimonia di apertura, per quella di chiusura si vedrà. Gli atleti gareggerano sotto una bandiera verde giada con la scritta “Individual Neutral Athletes” in inglese e francese, da mostrare nelle premiazioni. Avranno un inno privo di parole, e le medaglie non saranno visualizzate nel medagliere. Nessun funzionario del governo russo e bielorusso sarò invitato o accreditato.

La Russia ha reagito con toni pesantissimi. Mosca parla di «neonazismo, discriminazioni e intimidazioni» nei confronti del Cio, che ha anche chiesto di boicottare i Giochi dell’amicizia, una specie di contro-olimpiade organizzata da Mosca in concorrenza con i Giochi stessi. «Queste decisioni dimostrano fino a che punto il Cio si è allontanato dai suoi principi fondatori ed è caduto nel razzismo e nel neonazismo», ha detto la portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakharova. Il Cio ha risposto che queste parole vanno “oltre l’accettabile _  ha detto il portavoce di Bach, Mark Adams – collegando il presidente, la sua nazionalità e l’Olocausto il governo russo scende ancora più in basso. Questo è tutto ciò che abbiamo da dire». Bach ha fatto parlare il portavoce perché le accuse erano «estremamente aggressive e anche molto personali».