SONO un ex capotreno Trenord in pensione dal 2017. Nel 2008 ho subìto un’aggressione in servizio da tre nordafricani senza biglietto. Nulla è cambiato, anzi, la situazione è peggiorata. Sono rimasto basito quando ho saputo del poliziotto picchiato, con gli aggressori che dicevano: «Tanto non ci faranno niente». Non servono telecamere, o esercito sui treni. Sono necessari rispetto delle regole, certezza della pena, espulsioni immediate e soprattutto educazione civica. Sono stanco di soprusi. Basta lassismo. Loris Perin, Rovello Porro (Como)
LA TESTIMONIANZA di chi ha sofferto sulla sua pelle la violenza deve, quantomeno, fare riflettere. E allora riflettiamoci tutti. “Nulla è cambiato”, scrive il nostro capotreno, a dieci anni dalla sua drammatica esperienza. Tre parole brevi che dovrebbero, si spera, indurre a pensare. Si dirà (lo si è detto tante volte e lo si ripeterà per chissà quante altre volte ancora) che quella che sale sui treni è la stessa la violenza che circola ogni giorno nelle città. È vero. L’epoca delle isole felici, ammesso che sia mai esistita, appartiene al passato. I treni non sono impermeabilizzati rispetto all’ambiente esterno. Tutto vero. Ma che quello della violenza sui binari sia un grave problema di sicurezza e ordine pubblico, che rischia di trasformarsi in problema sociale, è altrettanto innegabile. Certo è molto più facile diagnosticare il male che trovare una prognosi efficace per debellarlo. Il nostro lettore non crede a certi provvedimenti di emergenza, nemmeno all’impiego dell’esercito di cui si è parlato in questi giorni. Chiede misure a monte, soprattutto di prevenzione. Non si può che dargli ragione.
MA LA VIOLENZA rimane, va in scena e purtroppo si replica anche. Diceva Leo Longanesi: «Un caso è un caso, due casi sono due casi, tre casi sono un fenomeno». La casistica ci dice che la violenza ferroviaria è ormai un fenomeno, diversificato finché si vuole, ma un fenomeno. Un’azione di contrasto non è solo necessaria: è doverosa da parte di quelli a cui spettano le decisioni. Dire con quali misure e con quali modalità non spetta né a noi, né ai nostri lettori. Possiamo però esprimere le nostre opinioni. Accompagnate da una richiesta: fare presto. Perché è un diritto di chi viaggia salire un treno e discenderne senza essere stati insultati, importunati, malmenati, rapinati. O è chiedere troppo? Una informazione di servizio, di quelle che diamo quando è possibile. Trenitalia offre tariffe agevolate per chi si sposta in occasione delle tornate delle elezioni amministrative del 20 maggio, 27 maggio, 10 giugno. Per i treni regionali è prevista un riduzione del 60% sul prezzo del biglietto. Per informazioni può essere consultata la sezione “Viaggi per gli elettori” del sito Trenitalia.
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