È fatta: il viaggiatore si reca alla stazione di Varese e acquista un biglietto per Basilea o Zurigo. Lo paga, se non l’ha fatto prima on-line, sale sul treno e scende a Mendrisio, dove trova la  coincidenza per le linee internazionali dell’alta velocità. Una rivoluzione copernicana. Fine dell’epoca in cui, arrivati nella città giardino, si poteva allungare l’itinerario al massimo di quindici chilometri, per vedere i cigni o fare una gita in battello a Porto Ceresio. “Varese crocevia d’Europa”. Gianni Spartà, Varese

Scorre sul filo dell’ironia, venata di una qualche amarezza (e lo si capirà nella conclusione) la mail che ci è arrivata da Gianni Spartà, giornalista e scrittore varesino. Su quel “Varese crocevia d’Europa”, scrive, “ci hanno marciato presidenti di Regione, assessori ai trasporti, deputati, senatori, enfatizzando uno slogan che dava tono a loro e valorizzava le caratteristiche di un territorio cui la geopolitica assegna effettivamente la missione di cerniera tra Nord e Sud.  La la cerniera non è andata né su né giù. E’ rimasto un cul-de-sac, questo lembo di Lombardia, la versione settentrionale di ‘Cristo si è fermato a Eboli’. Il treno dei desideri si piantava sui binari a un passo da un confine strategico. Impossibile raggiungere direttamente Como e Lugano, vertici di un
triangolo di sicuro interesse, storico e commerciale. La bella idea della Regio Insubrica? Realtà ricca di vicoli  ciechi, povera di aperture, di sbocchi. Bene, ora il crocevia d’Europa si è  materializzato sulla scia del gigantesco traforo di base del Gottardo che la piccola Svizzera ha presentato al mondo.

Il peduncolo di pochi chilometri tra Arcisate e Stabio ha collegato Lombardia e Canton Ticino, nel bel mezzo di un reticolo ferroviario foriero di sviluppo economico e di promozione turistica tra il Nord Europa e il Mediterraneo. Le province di Varese e Como sono diventate corridoi essenziali sulla Mediterraneo-Nord Europa”. Siamo, concretamente, in Europa? Certo. L’Europa sarà la nuova casa per turismo, commercio, affari? Sicuramente. Ma non dimentichiamo la buona regola di utilizzare lo specchietto retrovisore. Spartà ce la ricorda: “Esultano anche i pendolari. Che ora attendono  l’ultimo sforzo facile facile: avere treni che da Varese arrivino a Milano Centrale. Sarebbe gradito anche un pullman per raggiungere Varese da Malpensa e viceversa, come avviene per Milano, Lugano, Campione d’Italia. Forza ragazzi”. E di forza ne occorre davvero tanta. Forza di sopportazione. Basta scorrere i tristi resoconti della pendolareide quotidiana per rendersi conto di quanto risultano fondate le ragioni dei viaggiatori. Soprattutto quando lamentano che il progresso ferroviario corre solo per un po’ al loro fianco, li supera, li distanzia e si scorda di loro[email protected]