Più che l’inedita decisione del sindacato di carabinieri e polizia di proclamare uno sciopero, cosa che non ha precedenti né nella storia dell’Italia repubblicana né in quella monarchica, per intendersi, se qualcuno non avesse ben compreso il senso dello sciopero si sta parlando dei corpi di sicurezza dello Stato che vogliono scioperare contro lo Stato e compresibilmente qualche giornale ha parlato di pronunciamento, trovandolo eversivo, ma non esageriamo, insomma dicevo più che questa non troppo meditata decisione di voler far scioperare i militari, sorprende che non è una decisione affatto scollegata dalle opinioni degli interessati. Sondati gli umori dei militari, li abbiano trovati nerissimi e i carabinieri ascoltati non hanno affatto nascosto che si rendono ben conto di non poter scioperare, nonostante la proclamazione, perché lo sciopero non è loro consentito dalla legge ma se fosse loro possibile sciopererebbero molto ma molto volentieri. Il che dà la dimensione del malessere reale e fa capire quanto si profili difficile per Renzi la riforma di uno Stato, che appena lo si tocca in qualunque sua parte rifiuta ogni cambiamento. Dimostrando di voler cambiare ma solo se a farne le spese è qualcun altro.

Il discorso non è facile da liquidare perché è vero che gli stipendi degli statali sono saliti più dell’inflazione negli anni Duemila oltre ad essere stati corroborati dalla certezza di non esser mai messi in discussione con mobilità o licenziamenti, ma è pur vero che parliamo di stipendi miseri e come abbiamo dimostrato nei giorni scorsi hanno perso come tutti gli altri molto potere d’aquisto passando da quota 100 nel 2008 a quota 63 oggi.

E allora? Allora lo sciopero proclamato dalle forze dell’ordine è un’anticipazione di quel che succederà semmai Renzi decidesse di andare avanti nei suoi propositi di riformare uno Stato che oggi si comporta come irriformabile, basti pensare che una delle cause degli stipendi congelati dei carabinieri sta nel fatto che un nostro unicum è la presenza di ben sei corpi di polizia, primato che nessun altro paese ci eguaglia. Prova anche questa che se si impedirà di rimuovere le cause di sprechi e le spese inutili non ne usciremo nemmeno sulla questione redditi. Ma bisogna pur che i 500mila appartenenti alle forze di sicurezza, tanto per rimanere in tema, siano messi nella possibilità di sopravvivere.

Ecco il problemuccio. Riuscirà Renzi a riformare il paese senza alienarsi il consenso? Non è mai successo. Mai. Ogni vero riformatore è stato condannato all’impopolarità e lui ora deve decidere se andare in una direzione o in un’altra. Consapevole di quel che diceva De Gasperi, che il politico pensa alle prossime elezioni e lo statista alle prossime generazioni. Dicono che Renzi ancora speri di poter smontare lo Stato con il consenso degli italiani, da bravo ottimista spera nella quadratura del cerchio. Semmai fosse così si accorgerà ben presto che dovrà sciogliere il nodo. E comunque c’è un altro aspetto da considerare. Non è un uomo che abbia voglia di fare la stessa cosa tutta la vita, anzi l’ha detto più di una volta che già pensa a che cosa fare dopo. Questo protrebbe indurlo a non accontentarsi di una volatile e volubile popolarità, che oggi c’è e domani no.