SEBBENE sia buona regola non fare la storia con i se, è grande la tentazione di chiedersi che cosa sarebbe successo se l’Italia non avesse aderito a quella demenziale guerra che ha ucciso Gheddafi e la Libia. È legittimo chiederselo, perché aderendovi abbiamo partecipato a un’aggressione militare voluta in primo luogo per oscuri motivi dal presidente Sarkozy, aggressione che ha ipotecato non solo i nostri progetti energetici essendo noi il primo partner di Tripoli ma abbiamo anche disintegrato un paese, dandolo in mano ai guerriglieri islamisti, che lo hanno in parte traformato in Califfato. Disintegrazione che è la causa principale di una pressione di immigrati (per quanto tempo ancora da noi sostenibile?), che partono dalla costa libica, dove si è dissolta ogni autorità statale capace di fermarli. Guerra demenziale. Dopo aver firmato un trattato di amicizia con la Libia, siamo diventati suoi nemici, dichiarando guerra ai suoi e ai nostri interessi, penso sia una caso unico nella storia dell’umanità. E ora Renzi è andato in Egitto per dare forma a qualsiasi tentativo di alleanza con il Cairo in modo da combattere almeno con armi politiche, ma per gli egiziani non solo, lo jihadismo.

I COCCI sono rotti, Francia e Gran Bretagna si sono dileguate, l’America di Obama pure, e la ricostruzione di una nuova Libia, magari di tre nuove Libie, ovvero di un paese federale è diventato compito nostro. Se non avessimo partecipato a quella guerra probabilmente non sarebbe accaduto nulla di diverso da quel che lamentiamo oggi, ma bisogna avere tutto il nostro levantinismo per trattare oggi con quelli che furono ieri gli amici di Gheddafi, che furono anche amici nostri che poi considerammo nemici e che ora trattiamo di nuovo come amici per uscire da una crisi, di cui noi siamo stati tra i maggiori responsabili e che sta incediando il Mediterraneo. Continuando il gioco dei se, in questi giorni veniva da chiedersi che cosa sarebbe successo al Senato se al posto di Grasso fosse stato presidente Giovanni Spadolini, come lo fu dall’87 al ’94. Se Grasso per un lapsus ha minacciato di chiamare la polizia per placare gli animi, non immagino che cosa avrebbe detto Spadolini se si fosse trovato in una situazione simile.

DI CERTO c’è stato uno scadimento nella qualità del personale politico e ai tempi di Spadolini nessun senatore o senatrice si sarebbe presentato in aula in jeans e usando espressioni volgari. Se ci fosse stato Spadolini non avrebbe aspettato un minuto per interrompere le gazzarre. Di sicuro al tempo di Spadolini non sarebbe stato nemmeno immaginabile un senato incapace di rappresentarsi come istituzione, che in teoria era difesa da coloro che più hanno contribuito a darne un’immagine di degrado, con pupazzi, danze sfrenate, cori di fischietti e perfino corpo a corpo. Di certo non ci meritiamo gente così. E se abbiamo un senato così qualcosa vorrà pur dire.