E COSÌ hanno finalmente risolto il problema della Reggia di Caserta: ora non c’è più. L’hanno impacchettata, coperta di impalcature. Occultata, nascosta. I visitatori protestano? Tornino un’altra volta. Abbiamo da lavorare, lavori grossi, un bel business. Quanti soldi? Vincenzo Zuccaro, capo ufficio stampa, butta là: «Oltre 25 milioni. Ma meglio parlarne con l’architetto Berardelli che è il direttore di lavori». Quanti soldi, architetto? Flavia Berardelli rispode a rate: «11 milioni». Sicura? C’è chi dice oltre 25. Rifà il conto. «Considerata la facciata, 22». Bel salto triplo. «Però – aggiunge – rimangono due mezzi cortili da fare». E dunque? Si rimette e fare i conti . Sembra di essere dal salumiere. «Uhm, uhm», mugola. «Sa, – si scusa – fare un conto a mente non è facilissimo». Capisco. Di nuovo: «Uhumm, uhuuum». Finalmente: «Oltre 3 milioni!», annucia vittoriosa. Ed eccola qua la cifra di partenza confermata: 22 più 3 uguale 25. I 25 milioni per impacchettare la reggia e fare un lavoro alle facciata e ai cortili interni di un palazzo che era giù stato ottimamente restaurato vent’anni fa, ai tempi del G8, quando qui vennero Clinton, Eltsin e Berlusconi.

E PERCHÉ, tanto impegno? Zuccaro: «Perché c’è stato un distacco di un elemento ornamentale sulla facciata sud del palazzo reale». Meno male un elemento solo, se fossero stati due avrebbero impacchettato tutta Caserta. Conferma l’architetto: «C’era un rischio frammenti». Durata dei lavori? Si ritorna alle risposte a rate, alla fine dei conti par di capire che i lavori dovrebbero finire entro l’ottobre del 2016. Chi ci crede?

QUESTO è lo stato delle cose. Ma c’è di più. La questione visitatori pare di secondaria importanza. Come se abbondassero. Alla fine degli anni Novanta erano un milione. Poi sono dimezzati, 500 mila. Nei primi sei mesi di quest’anno 260 mila. Di positivo c’è che sono stati mandati via gli abusivi che vendevano le chincaglierie nel portico d’ingresso, vu cumprà, poveracci, che ora dormono sotto gli alberi del giardino antistante. Tanto non viene nessuno. Invariata invece la situazione delle 13 famiglie abusive che abitano nella reggia, parenti di ex dipendenti, c’è un contenzioso in corso, solite cose all’italiana, robetta, c’è di peggio in giro.

AD ESEMPIO le condizioni in cui si trova il parco. I meravigliosi prati del parco più bello del mondo, che chiude l’orizzonte con il meraviglioso spettacolo delle cento fontane. Bene. I prati non ci sono più, sono stati bruciati dal sole, perché quest’anno non sono stati rinnovati i contratti agli addetti alla manutenzione e se l’erba non la bagni secca. Tutto secco. Per ettari ed ettari di parco, tutto secco. È un parco di 120 ettari. Più grande di quello di Versailles che è di 100 ettari. Risultato: c’è da ripiantare l’erba ovunque. Servono altri soldi. Qualcuno gode.

SARÀ UN PROBLEMA di personale? Si entra in un altro porto delle nebbie. «Tra custodi e noi siamo 100 dipendenti», risponde un funzionario. Ci ripensa e si corregge: «No, i custodi sono 130 e i funzionari 70». Non 100 ma 200. I numeri cambiano con disinvoltura.
Se volete farvi del male confrontate la reggia di Versailles e questa di Caserta, che non sarebbe da meno. Tanto per dire questa ha 1200 stanze, Versailles 700. Versailles ha 7 milioni di visitatori l’anno per il parco e 3 milioni per la reggia, Caserta 500 mila, da Parigi parte un treno per Versailles ogni 10 minuti e ne impiega 30, a Napoli per Caserta la mattina ci sono due treni, uno alle 9 e l’altro alle 11 e ci impiegano quasi un’ora.

QUESTA TRASCURATEZZA, trasandatezza, le scritte sui muri del monumento, indignano. O vogliamo parlare del ristorante per matrimoni che è stato aperto di lato alla cascata delle cento fontane, «su un terreno che prima era dello Stato – precisa Zuccaro – e poi è passato ai privati»? O vogliamo dire che quando arrivi alla stazione di Caserta non c’è uno straccio di indicazione che ti dica dov’è la Reggia che è proprio lì di fronte a cento metri ma è nascosta da una siepe? O vogliamo dire che non si trova una guida turistica nemmeno a pagarla a oro? A proposito, non abbiamo potuto parlare con il direttore del museo perché non c’è. Giurano che arriverà fra giorni. Prima c’era un solo responsabile, ora due, il direttore, che però non c’è, e il soprintendente per le province di Caserta e Benevento, che invece c’è.

LE UNICHE COSE che non mancano sono poltrone e ponteggi. Chi ha vinto la gara? Un grosso consorzio toscano. E perché l’avete impacchettato tutto insieme invece di fare i lavori per lotti per non penalizzare i visitatori? L’architetto Berardelli: «L’ha chiesto come condizione il vincitore di gara per stare nei costi».