L’ITALIA ha troppo cuore e poca testa. La Francia poco cuore e poca testa. La Germania e gli altri Paesi europei nicchiano, ma stanno con la Francia. Così siamo rimasti soli. Al di là delle parole di circostanza – alcune comiche come quelle del francese Cazeneuve che ha detto che «siamo tutti amici» – il vertice di Lussemburgo non ha deciso nulla, perché finché rimarranno le attuali leggi comunitarie sull’immigrazione l’Italia dovrà tenersi gli immigrati e starsene zitta. Ma questa immigrazione non è paragonabile a nessuna di quelle che l’hanno preceduta quando furono fatte le leggi che sono in vigore oggi. Perciò vanno cambiate.

Vediamo le ragioni della Francia e quelle dell’Italia. La Francia è ancora sotto choc per il terrorismo e non è pensabile che non si preoccupi delle frontiere. È vero che l’immigrazione ha solo legami indiretti non di connessione automatica con il terrorismo ma la lotta al terrorismo non può prescindere dal controllo assoluto degli ingressi. Deve però rendersi conto il presidente Hollande che non è l’Italia che vuole scaricare gli immigrati in Francia, ma sono gli immigrati che vogliono andarci. Così come vogliono andare in Germania e Inghilterra. E se un passeggero è in transito non puoi bloccarlo come fosse arrivato. E il Paese di arrivo che deve farsene carico. Tant’è che se un viaggiatore si trova in transito in un qualunque scalo del mondo può benissimo essere privo di visto del paese di passaggio. Se queste regole esistono per chi vola perché non considerare possano riguardare gli emigranti?

L’ITALIA HA due problemi. Troppo cuore e troppa Chiesa. Comunque non può non fare quello che fa perché è una legge del mare il soccorrere chi è in mare. Ma la legge del mare dice di salvarlo, non dice che poi devi portartelo a casa e gli devi dare da mangiare bere e dormire per il resto dei suoi giorni. Per cui una volta salvato, o se ne va da solo o lo aiutiamo ad andarsene. Dice: facciamo i campi profughi. Non ce n’è bisogno. Ormai tutta l’Italia è un grande campo profughi. Tant’è che anche gli italiani vogliono andarsene.

Per finire, un consiglio. Evitiamo gli appelli ai buoni sentimenti. Fanno solo danni. Ci vuole intelligenza, altro che buonismi. Di bontà ne abbiamo già troppa.