GIOVANNI MORANDI
GENOVA, Firenze, Valtellina, ma anche le Marche e l’Emilia, anche noi abbiamo avuto l’alluvione e dettero la colpa alle nutrie, le uniche che non avrebbero potuto fare ricorso al Tar. Corsi e ricorsi storici, soprattutto ricorsi. Non è eccesso di garantismo ma di furberie. Fatta la legge trovato l’inganno, sempre stato così e ora più che mai. Un’alluvione che si ripete come le stagioni per il fatto che i rimedi a cui si dovrebbe ricorrere non possono realizzarsi perché chi ha perduto le gare di appalto dei lavori da fare fa ricorso contro il vincitore e anche se non avrà la possibilità di cambiare il verdetto della gara potrà sempre procurare un rilevante danno economico all’avversario, che non potrà cominciare i lavori perché sospesi dal giudice in attesa dell’esito del ricorso. Dominano i cavilli, perde l’intelligenza. Così torna l’alluvione, perché i milioni messi a disposizione sono rimasti inutilizzati. Dalle parti di Pesaro c’è un paese (raccontiamo e commentiamo il fatto qui sotto) che vive su una grossa bomba residuo della guerra, perché secondo la burocrazia dovrebbero essere i paesani stessi, ovvero quel piccolo borgo, a finanziare la rimozione dell’ordigno. E questo lo chiamerebbero uno Stato?

NESSUNO fa nulla per nulla e le cose che potrebbero essere fatte vengono bloccate dai furbi. Siamo diventati un paese di avvocati, di tribunali, di ricorsi, dove tutto è possibile, non perché la legge sia uguale per tutti ma perché si trova sempre un modo per aggirarla, per piegarla ai propri interessi, spesso agli interessi dei disonesti, perché ci vuole sempre ampia disponibilità economica per affrontare viaggi interminabili in quel mondo imperscrutabile dei tribunali, dove nulla è certo ad eccezione della lentezza della giustizia. Non è possibile continuare così e non tanto e non solo per colpa dello Stato ma per colpa soprattutto di una mentalità che è dei cittadini, dei burocrati, degli amministratori pubblici, di tutti coloro che hanno da assumersi delle responsabilità e le sfuggono, le raggirano, le eludono in nome di una legge che non si sa mai bene quale sia e che è soprattutto una copertura, un alibi.
ABBIAMO cominciato oltre un anno fa un’inchiesta che si chiama «Sotto inchiesta» per denunciare casi di cattiva amministrazione e pensavamo che sarebbe durata qualche mese, è passato più di un anno e ogni giorno si moltiplicano le segnalazioni da parte di cittadini su casi che raccontano che questo paese è bloccato e non può farcela andando avanti così. Per quale motivo Renzi dimostra più tenuta dei suoi predecessori, come Monti? Perché si preoccupa più dei problemi di casa nostra che del gradimento della signora Merkel o dei banchieri tedeschi. Sulla capacità di demolire uno Stato che non regge più e sulla possibilità di costruirne un altro si gioca il destino non solo dell’Italia ma di qualsiasi governo, a cominciare da questo.
Coloro che lanciano libri nell’aula del Senato, che fanno il verso a Ben Hur al Circo Massimo, che sanno solo gridare o sognano di tornare al passato sono del tipo vorrei ma non posso, in tempi in cui serve volere e dovere.