IERI mattina nella chiesa di San Giovanni nella piana che scende dall’Appennino verso Firenze si è svolta una cerimonia per festeggiare i cinquant’anni dell’Austrada del Sole ed era presente l’Italia com’era e come dev’essere. C’erano il cardinale, il monsignore, il comandante dei carabinieri, il ministro, il sottosegretario, l’ingegnere, il sindaco con la fascia tricolore, il questore, il prefetto. Insomma quell’Italia che non piace a quelli che pensano che la Tav sia uno scempio. Come dicevano quelli che 50 anni fa non capivano a che cosa servisse un’autostrada e che dicevano che era solo un regalo a chi vendeva le auto. Quello di ieri mattima era dunque un compleanno ma a momenti sembrava il funerale di un’Italia che non c’è più. Parliamo di quel Paese che fece tutta l’autostrada da Milano fino a Napoli in 8 anni, per un totale di 800 chilometri. Nell’Italia di oggi invece dopo quasi 10 anni ancora non si è riusciti a completare i 60 chilometri della Variante di valico tra Bologna e Firenze. Per capire com’eravamo e come siamo, aggiungiamo che allora per fare la Sole ci vollero 4 anni per progettarla e 8 per farla. Per la Variante hanno buttato via 24 anni a far chiacchiere per progettarla e 9 anni di lavoro non sono bastati a finirla.

ALTRO ESEMPIO, avete mai sentito parlare di un certo ingegner Fedele Cova di Borgomanero, Novara? No?, è quel signore che inventò e fece l’autostrada. Era un bell’uomo, alto, calvo, severo, di quelli che parlano pochissimo, un capitano di industria, come si diceva prima che diventassero tutti manager. Quando andò in pensione a 65 anni aveva fatto costruire 1880 chilometri di autostrade, 411 erano in costruzione e 610 in progettazione. Andate a dirglielo ai signori della No Tav, che poi sono quelli che, come noi, oggi sono ben lieti ci siano queste strade veloci che ci consentono di trovare lavoro anche lontano da casa e ci permettono di tornare in famiglia alla fine della settimana. Ma forse cercare di far capire quelli che non vogliono capire è una perdita di tempo. Il fatto è che quell’Italia lì, che oggi ci farebbe comodo per risollevarci, per poter avere una spinta, per tornare a marciare, non c’è più perché nel frattempo siamo stati così bravi che abbiamo costruito un’Italia che ci ingabbia, in certi casi a fin di bene, questo sì, per tutelare l’ambiente e chi lavora ma quasi sempre ci assilla senza ragione, come fa la magistratura quando si impunta. Quando fecero l’austrada ci vollero solo 100 progetti, per la Variante ne ha chiesti per ora 4400, perché vogliono metterci il becco la Asl, i comuni, le Asp, le Ant, le Gulp, le Gasp, le Sigh, insomma tutti quei perditempo e quegli enti che servono solo a gonfiare la spesa pubblica. Così siamo arrivati al capolinea, anzi al casello di quell’Italia che ce l’ha messa tutta per farsi del male da sola.