L’emergenza pandemia ha messo in luce il ruolo della donna come pilastro dell’assistenza in sanità e come motore dell’innovazione. Una testimonianza su questi temi, nella Giornata internazionale della Donna, data la ricorrenza dell’ 8 Marzo, viene dall’Associazione Women for Oncology Italy (W4O). C’è un gender gap, un divario da colmare in medicina, tra i due sessi. Women for Oncology Italy è un network scaturito cinque anni fa come spin-off della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), da sempre in prima linea nella lotta ai tumori e nella ricerca sul cancro.

”L’Italia – ha scritto Marina Chiara Garassino, past president di W4O – deve ancora superare certi stereotipi culturali”. Durante il lockdown le donne impegnate nelle professioni sanitarie in oncologia sono state protagoniste, e devono tuttora affrontare prove sovrumane, dovendo conciliare impegni professionali non-stop senza sottrarsi alle incombenze familiari. Molti progetti al femminile sono stati condizionati dall’emergenza Covid-19. Women for Oncology, che ha rinnovato recentemente gli organi direttivi, ha segnalato le criticità.

”L’obiettivo che ci poniamo – sottolinea Rossana Berardi, neoeletta presidente W4O – è di promuovere una consapevolezza del valore professionale della donna in sanità. Da un lato è evidente il retaggio culturale che tuttora penalizza le donne; d’altro canto la ricerca della perfezione sposta avanti ogni traguardo. In altre parole, al gender gap si somma il confidence gap (sottostima delle proprie capacità, ndr) proprio ora che dobbiamo perseguire una logica di rete”.

Women for Oncology chiede alle Istituzioni un impegno affinché venga convocato in tempi rapidi un tavolo interministeriale su pari opportunità e divario di genere. Di pari passo l’associazione intende promuovere progetti di sensibilizzazione collaborando con gli assessorati competenti, nelle diverse regioni italiane, coinvolgendo per queste iniziative la onlus Motore Sanità. Accanto a Marina Chiara Garassino (presidente onorario con delega alla internazionalizzazione) e Rossana Berardi (Università Politecnica delle Marche. Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, coordinatrice regionale Aiom) rivestono ruoli di responsabilità nel direttivo W4O numerose illustri donne medico: Domenica ‘Ketta’ Lorusso (Policlinico Gemelli, Roma), Fabiana Cecere (Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Roma), Nicla La Verde (ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano), Erika Martinelli (Università della Campania Luigi Vanvitelli, Napoli), Valentina Guarneri (Università di Padova, Istituto Oncologico Veneto IRCCS), Laura Locati (Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori, Milano) e Rita Chiari (Ospedali Riuniti di Padova Sud).

Marina Chiara Garassino ha lasciato ultimamente la sua posizione, nell’Oncologia toraco-polmonare all’Istituto Tumori di Milano, per trasferirsi negli Stati Uniti, dove è andata a ricoprire un ruolo universitario di primo piano a Chicago, la metropoli nordamericana dove si celebrano i congressi Asco, American Society of Clinical Oncology. “In Italia i numeri parlano chiaro – ha scritto la professoressa – esiste una forte discriminazione di genere nelle carriere, che impedisce di realizzarsi pienamente. A Chicago il mio capo è una donna con quattro figli e un curriculum stellare, e io ho due meravigliose figlie con me in America. Purtroppo per le donne in Italia non è sufficiente essere brave, e non riesco a vedere nessuna strategia da parte delle istituzioni affinché le nuove leve abbiano davanti come prospettiva un mondo con meno disparità”.