L’umanizzazione delle cure negli ospedali italiani diventa un esempio da seguire nel resto del mondo. Un modello presentato al congresso della American Society of Clinical Oncology (Asco), a Chicago, sostenuto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e da MEDeA Medicina e Arte onlus. Oggi sei italiani su dieci colpiti da tumore riescono a vincerlo, la qualità di vita per tutti, quindi anche per quelli che si ritrovano nella fascia meno fortunata, costituisce un aspetto non secondario. Aiom ha fondato per questo HuCare, la prima scuola europea per l’approccio alla psicologia del malato attraverso il dialogo.

“Con il progetto HuCare, ha affermato Rodolfo Passalacqua, direttore di Oncologia a Cremona, sono stati avviati nei reparti sei diverse tipologie di interventi: la formazione di tutto lo staff (medici e infermieri) per migliorare le capacità relazionali; l’ascolto dei pazienti per valutare il carico di ansia e depressione legato alla notizia di una diagnosi di cancro; e ancora l’analisi dei bisogni sociali, l’assegnazione di un infermiere di riferimento, la produzione di una guida articolata attraverso domande e risposte per favorire la comunicazione con il medico, un percorso per fornire informazioni attendibili in modo corretto.

“Siamo orgogliosi che un progetto Aiom sull’umanizzazione delle cure sia stato presentato al più importante appuntamento scientifico mondiale di oncologia – ha affermato Stefania Gori, presidente nazionale Aiom -. Un migliore supporto psicologico ai pazienti è un aspetto imprescindibile del nostro lavoro. Solo nel 30% dei casi i disturbi psicologici in questo contesto sono diagnosticati e trattati, un dato che deve essere migliorato.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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