Tre milioni e 460mila persone in Italia convivono con un tumore, una volta su tre la condizione di malattia viene scoperta accidentalmente, per puro caso, e solo il 6% delle diagnosi emerge grazie agli screening promossi dal Servizio sanitario nazionale. Sono dati emersi dalla ricerca condotta dall’Istituto Ipsos, illustrata dal presidente, Nando Pagnoncelli, a Montecitorio in occasione del forum annuale promosso da Salute Donna onlus. Erano presenti i rappresentanti di 24 associazioni di volontariato che si confrontano regolarmente con le istituzioni al fine di migliorare la presa in carico e la tutela dei diritti.

“Bisogna implementare le reti delle cure palliative, e le reti oncologiche, oggi presenti solo in nove regioni, per migliorare i percorsi di diagnosi e cura – ha dichiarato il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervenuto all’incontro, moderato dal giornalista tv Francesco Giorgino. Insomma, all’interno del Servizio sanitario sussistono a volte notevoli differenze tra una regione e l’altra in termini di erogazione dei servizi. “Vorrei comunque sottolineare che in Europa siamo il Paese con il più elevato indice di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di cancro”, ha aggiunto Sileri. “Questo significa che il nostro sistema, nonostante i tagli del passato, ha lavorato e continua a lavorare bene”.

Nella sede del Parlamento, presso la Sala Regina, è stato fatto il punto del progetto intitolato “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. “Questo progetto è stato avviato al fine di superare le disparità e le differenze che ancora sussistono nell’assistenza oncologica a livello regionale, sollecitando la politica a intervenire”, ha dichiarato Annamaria Mancuso, presidente Salute Donna Onlus.

Tornando alla ricerca Ipsos, al momento della diagnosi di cancro, un paziente su due ha sentito il bisogno di approfondire il verdetto: con una second opinion, cioè consultando un altro specialista per sentire l’altra campana, nel 65% dei casi, mentre un terzo circa si è confrontato in famiglia. Una percentuale simile (30%) è andata online alla ricerca di informazioni su internet, e solo un malato su 10 ha contattato una associazione di pazienti. Due terzi dei soggetti in cura (60%) conoscono i farmaci innovativi in ambito oncologico, e la maggioranza relativa (42%) è a conoscenza del fatto che tali farmaci sono limitati, come indicazioni, alla cura di alcune forme tumorali, ma non tutte. Ad esempio nel caso del cancro mammario, il 34% dei cittadini e il 26% dei pazienti sensibilizzati al problema del tumore al seno sono al corrente dell’esistenza delle Breast Unit.

Solo il 4% tra la popolazione generale e il 10% dei pazienti sa bene in cosa consiste la messa in rete dei servizi e delle figure professionali sanitarie in senologia. Per quanto riguarda le ripercussioni sul vissuto interiore, i pazienti concordano sull’importanza di poter disporre di supporto psicologico in condizioni di malattia: tale opinione è più intensamente sentita tra i cittadini che non tra i malati. Il 33% dei pazienti e/o dei loro congiunti ha ricevuto supporto psicologico, che genera un elevato grado di soddisfazione. L’impatto economico della malattia affligge 4 pazienti su 10; circa il 30% dei pazienti sperimenta ristrettezze o qualche problema pratico.