“Lo screening ha un ruolo determinante nell’identificare le malattie neoplastiche in fase precoce e incrementare le prospettive di guarigione, eppure siamo ancora indietro”. Lo ribadisce Federico Cappuzzo, direttore oncologia medica 2, Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena. “In Italia – avverte lo specialista – esistono diversi programmi, incluso lo screening del tumore al polmone, che è partito in 18 centri diffusi su tutto il territorio nazionale. Purtroppo la risposta agli inviti a presentarsi ai controlli è inferiore alle aspettative, e questo fenomeno è più evidente nelle regioni del Centro-Sud Italia”. Dunque le scommesse per avere un moderno sistema di cure vanno oltre la ricerca di molecole più sofisticate, investono i campi della telemedicina e dell’organizzazione sanitaria.

 

Stati generali dell’oncologia

Sono oltre 3 milioni e 600 mila le persone in Italia che vivono con una diagnosi di cancro, un numero che comprende sia malati guariti che devono proseguire i controlli al fine di scongiurare eventuali recidive, sia quelli in terapia. Sono persone con bisogni molto diversi, ma che hanno come punto di riferimento principale l’oncologia dell’ospedale. Da qui l’importanza del grande percorso di Onconnection, un format ideato da Claudio Zanon e Paolo Guzzonato, direzione scientifica di Motore Sanità, manifestazione itinerante che ha fatto tappa a Roma e prosegue oggi presso la sala cristallo di piazza Montecitorio, grazie al sostegno di GSK, Takeda, AstraZeneca, Daiichi-Sankyo, Gilead e Servier moved by you. Due giorni di lavori (1-2 dicembre) che vedono riuniti alcuni tra i massimi esperti dell’oncologia italiana, per confrontarsi con le associazioni dei pazienti e le istituzioni.

 

Collegio italiano primari oncologi

“La medicina sta cambiando rapidamente, i progressi scientifici hanno aperto la strada a terapie efficaci con risultati senza precedenti”, ha osservato Luigi Cavanna, presidente nazionale degli oncologi Cipomo. “È tuttavia necessario un cambiamento organizzativo e tecnologico attento al territorio”. Da qui l’appello delle istituzioni: “Dobbiamo riuscire a dare ascolto alle necessità. Dobbiamo lottare affinché il diritto alla salute venga sempre garantito”.

 

Cure palliative

Il territorio dovrebbe svolgere un ruolo cruciale nella gestione dei pazienti oncologici sia in termini di prossimità sia in termini di riorganizzazione sostenibile del sistema sanitario. In alcune regioni dove manca un programma adeguato delle cure palliative, ad esempio, il peso della gestione del paziente nel momento più drammatico della vita viene totalmente scaricato sulle spalle dei familiari, che di fatto si ritrovano lasciati soli.

 

Immunoterapia

“L’immunoterapia ha rivoluzionato l’approccio nei riguardi di molti tipi di tumore – ha dichiarato da parte sua Michele Maio, professore ordinario all’Università di Siena e presidente della Fondazione Nibit, nel corso della conferenza stampa indetta da Motore Sanità a margine dei lavori di Onconnection. “Neoplasie che in passato erano senza speranza – ha aggiunto Maio – oggi possono essere affrontate con crescenti margini di successo. La ricerca sul cancro si sta concentrando al fine di dare risposte anche a quella quota di pazienti che risponde meno bene ai trattamenti”.